Restauri alla Cripta Sant'Ugo
Montegranaro | Si allungano i tempi ma i lavori sono oramai imminenti
di Stefania Ceteroni
L'inizio dei lavori per il restauro alla Cripta Sant'Ugo, appartenente al complesso monumentale della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo stanno slittando rispetto alla data originariamente prevista. Con l'estate alle porte si era previsto di iniziare a metà agosto ma, a quanto pare, ci è voluto un po' più di tempo.
La ditta incaricati di provvedere all'intervento ha già effettuato i sopralluoghi preliminari e l'inizio dei lavori dovrebbe essere imminente. Il restauro è a cura della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici e Demoantropologici delle Marche sezione di Urbino.
La cripta, di proprietà della Curia Arcivescovile di Fermo, fu intitolata a S. Ugo e connessa alla Chiesa soltanto nella seconda metà del settecento, ma la sua costruzione risale al periodo benedettino, quindi intorno al 6°-7° sec. La forma a pianta longitudinale con navata unica voltata a botte, la posizione laterale rispetto alla chiesa e la presenza di un ingresso del tutto indipendente (nella via sotto a quella in cui vi è l'ingresso della chiesa) ne testimoniano infatti l'origine come chiesa benedettina per la celebrazione delle messe. Normalmente le cripte avevano infatti un unico accesso, che era quello attraverso la chiesa sovrastante, perché dovevano inoltre rimanere completamente sotto all'edificio della chiesa e non a lato come nel caso di S. Ugo.
Questa cripta risulta pertanto oggetto di particolare interesse perché unica nel suo genere, essendo nata come chiesa e poi adibita a cripta, e perché al suo interno presenta un notevole ciclo pittorico (oggetto appunto del prossimo restauro) che rappresenta episodi della vita di Cristo ed alcuni santi tipici dell'iconografia benedettina, legati quindi alla devozione popolare: S. Benedetto e Santa Scolastica, il Miracolo di S. Ugo, il Martirio di Santa Barbara
Tutti gli affreschi sono databili attorno al 13° sec., tranne alcuni più tardi del 14°, e si trovano su entrambe le pareti della navata; originariamente rivestivano tutto il vano della cripta, ma alcuni sono irrimediabilmente perduti e di altri non rimangono che certi frammenti. I vari episodi sono suddivisi in riquadri bordati e presentano colori prevalentemente sulla scala del marrone, del rosso e del verde.
Gli affreschi furono già oggetto d'intervento di restauro tra gli anni 1959 e 1967 ma, a quanto pare, i danni prodotti dal tempo e dalla dimenticanza di tale patrimonio hanno aggravato la situazione.
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12/09/2003
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