Fallimento Perini: si tratta di elusione fiscale
Ascoli Piceno | Nell'ambito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza è emersa un'attività dedita a finalità palesemente elusiva.
di Mauro Giorgi
Si tratta di elusione fiscale la vicenda legata al fallimento Perini. Le complesse indagini svolte dalla Guardia di Finanza, Comando Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria Ascoli Piceno, hanno messo in evidenza un'articolata azione che, attraverso una manovra sorprendente e realizzata tramite compravendite di crediti, era dedita a finalità palesemente elusiva.
I quattro indagati, Pier Santi Andrea, amministratore della Service 2000, Franco Giacomini, amministratore Jecofis s.r.l., Mauro Scaramucci amministratore Newform ed infine Rosito Scaramucci, semplice persona fisica, sono accusati di tre reati: fiscali, banca rotta fraudolenta e turbativa d'asta.
Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti iniziata nel maggio 1999. A seguito del fallimento della f.lli Perini s.r.l., varie società formalmente dipendenti (Jecofis s.r.l. e Service 2000) ma di fatto legate all'imprenditore Mauro Scaramucci, hanno iniziato un serrata attività di acquisto di crediti vantati dai fornitori della società fallita. Dopo aver acquisito circa il 25% del valore nominale degli immobili materiali ed immateriali, le società formalmente estranee al gruppo Newform a pochi giorni dall'effettuazione dell'asta fallimentare, per ragioni apparentemente inspiegabili, vendono tutti i crediti, rastrellati con non poca fatica, al signor Rosito Scaramucci (padre di Mauro e persona fisica).
L'asta della Fratelli Perini, a seguito della compravendita, ha miracolosamente subito un incremento dei valori di quei crediti fino all'80% del valore nominale. A questo punto, dopo che il pagamento è stato effettuato a tempo di record (solamente sette mesi), il guadagno realizzato da Rosito Scaramucci è, guarda caso, non tassabile perché effettuato da privato.
"Su questo filone - dichiara il capitano Enea Zanetti - sono stati condotti gli accertamenti della Guardia di Finanza. E' così che, dopo una penetrante attività d'indagine, connotata da un altissimo profilo tecnico giuridico e da riserbo assoluto, sono stati acquisiti numerosi elementi probatori per dimostrare che l'operazione sarebbe stata interamente condotta dall'imprenditore Mauro Scaramucci, ai cui ordini tutti i soggetti e le società coinvolte si muovevano. Inoltre, grazie al rastrellamento dei crediti che gli consentivano di fare rilanci d'asta pressoché all'infinito con relativa certezza dell'aggiudicazione, aveva previsto che l'asta, assegnata per un importo massimo molto consistente, avrebbe assicurato un conseguente realizzo di un notevole guadagno. Infatti proprio il noto imprenditore si sarebbe operato in prima persona perché l'operazione transitasse attraverso il padre, persona fisica ed esente dalle tasse, Rosito Scaramucci".
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25/07/2003
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