Coldiretti interviene sulla vicenda della carne putrefatta sequestrata dai NAS
Ascoli Piceno | " Le olive ascolane siano fatte con prodotti ascolani".
"Se si chiama oliva all'ascolana, perché non farla con carne ascolana?". E' quanto si chiede il presidente di Coldiretti Ascoli, Marco Maroni, dopo la notizia circa il sequestro da parte dei Nas di quasi 10mila chili di carne avariata, che si sospetta proveniente dal Brasile e destinata a riempire le classiche olive fritte.
"Senza voler entrare nel merito degli aspetti sanitari della vicenda, riteniamo comunque assurdo che per preparare una pietanza tipica come l'oliva ripiena all'ascolana si debba andare a prendere la carne in Sudamerica o da qualche altra parte del mondo, almeno se le voci di questi giorni si rivelassero fondate - sottolinea il rappresentante degli imprenditori agricoli piceni -. Più giusto sarebbe utilizzare ingredienti locali, così da legare ancor più al nostro territorio una prelibatezza gastronomica che tutti ci invidiano".
Da qui la volontà di Coldiretti Ascoli di portare avanti una battaglia in tal senso all'interno delle "grandi manovre" per la richiesta di un marchio per l'oliva ripiena all'ascolana. Richiesta che, portata avanti su iniziativa della Camera di Commercio, ha visto una spaccatura tra artigiani e industriali.
"Se si va a chiedere l'Igp o la Dop per l'oliva ripiena all'ascolana, non è possibile slegare questo prodotto dall'utilizzo di materia prima 'made in Piceno', il quale garantirebbe il rispetto fedele di quelle caratteristiche che hanno reso questo piatto famoso in tutti il mondo - spiega il direttore di Coldiretti Ascoli, Alberto Bertinelli -. D'altro canto, una prima soluzione potrebbe comunque venire dalla nostra proposta di legge sull'etichettatura obbligatoria dell'origine degli alimenti.
Se su ogni confezione di olive ripiene si potesse leggere chiaramente se la carne o gli altri ingredienti vengono dal Piceno o, metti caso, dallo Zimbabwe, sarebbero i consumatori a scegliere quale prodotto li rassicura di più dal punto del vista del gusto e della sicurezza".
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17/07/2003
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Betto Liberati