Lettere al vento tra l'Albania e l'Italia.
Porto Sant'Elpidio | A Villa Murri sabato sera l'opera prima del regista albanese Edmond Budina, che al termine del film incontrerà gli spettatori.
di Gianluca Traini
La rassegna cinematografica di Villa Murri entra nel vivo con il primo dei due incontri in programma tra registi e pubblico.Sabato sera dopo la proiezione alle ore 21 e 30 del film Lettere al vento, il regista dell'opera, Edmund Budina, incontrerà gli spettatori intervenuti.
Nato in Albania, Budina è stato sotto il regime comunista uno dei massimi esponenti del panorama artistico del suo paese, portando in scena spettacoli trasgressivi e diventando in seguito uno dei punti di riferimento della rivolta studentesca. Ex vice direttore dell'Accademia di Arte Drammatica di Tirana, una volta caduto il comunismo è venuto in Italia dove, nonostante le promesse fatte dal governo italiano in base all'operazione C.O.R.A., si è dovuto arrangiare alla meglio per sopravvivere. Così è accaduto che un uomo, i cui adattamenti teatrali delle opere di Ismail Kadarè hanno fatto il giro del mondo, lavori ancora oggi come operaio assemblatore di turbine idrauliche in una fabbrica di Bassano del Grappa e che per tirare su un pò di soldi abbia partecipato a una ventina di puntate della soap televisiva Un posto al sole.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: Budina riesce infatti in questi anni faticosi in Italia a girare prima un documentario, Guardando al ritorno, poi un corto, prodotto da tele+, Domenica delle palme, e infine , coronando un suo sogno, il film Lettere al vento, presentato al Festival di Taormina il 9 giugno, e che sarà appunto il film di sabato sera a Villa Murri.
In questa sua opera prima Budina racconta la storia di Niko, interpretato da lui stesso, un padre cinquantenne, ex professore, che con l'avvento del liberismo feroce del post comunismo in Albania riesce a trovare i soldi per andare avanti grazie al figlio Mikel, partito via mare per l'Italia anni prima. Un evento inatteso, legato al titolo del film, sconvolgerà le certezze del padre sul figlio, portandolo a imbarcarsi anche lui per l'Italia, al fine di scoprire la vera natura dei traffici di Mikel, nel timore che possano essere criminali.
Questo film, che è stato definito da alcuni critici "in equilibrio tra il realismo e la poesia", si presta quindi a più livelli di lettura e offre l'immagine di un paese, l' Albania, travolto dalla violenza e dall'ingiustizia. Questa immagine ci viene presentata attraverso le vicende di uomini che di fronte alla possibilità di conservare o no certi valori, primo fra tutti la dignità dell'individuo, scelgono strade opposte.
E vorremmo concludere citando a questo proposito proprio il regista, la cui presenza di sabato ci sembra essere la punta di diamante dell'intera manifestazione di Villa Murri: "Spesso vediamo il bosco di immigrati che viene verso di noi- dice Edmond Budina- e li giudichiamo in gruppo, un pericolo che deve essere respinto con ogni mezzo, senza renderci conto che ogni albero di quel bosco ha un suo dramma, la sua individualità, e dimentichiamo che anche noi abbiamo percorso la stessa strada".
Nato in Albania, Budina è stato sotto il regime comunista uno dei massimi esponenti del panorama artistico del suo paese, portando in scena spettacoli trasgressivi e diventando in seguito uno dei punti di riferimento della rivolta studentesca. Ex vice direttore dell'Accademia di Arte Drammatica di Tirana, una volta caduto il comunismo è venuto in Italia dove, nonostante le promesse fatte dal governo italiano in base all'operazione C.O.R.A., si è dovuto arrangiare alla meglio per sopravvivere. Così è accaduto che un uomo, i cui adattamenti teatrali delle opere di Ismail Kadarè hanno fatto il giro del mondo, lavori ancora oggi come operaio assemblatore di turbine idrauliche in una fabbrica di Bassano del Grappa e che per tirare su un pò di soldi abbia partecipato a una ventina di puntate della soap televisiva Un posto al sole.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: Budina riesce infatti in questi anni faticosi in Italia a girare prima un documentario, Guardando al ritorno, poi un corto, prodotto da tele+, Domenica delle palme, e infine , coronando un suo sogno, il film Lettere al vento, presentato al Festival di Taormina il 9 giugno, e che sarà appunto il film di sabato sera a Villa Murri.
In questa sua opera prima Budina racconta la storia di Niko, interpretato da lui stesso, un padre cinquantenne, ex professore, che con l'avvento del liberismo feroce del post comunismo in Albania riesce a trovare i soldi per andare avanti grazie al figlio Mikel, partito via mare per l'Italia anni prima. Un evento inatteso, legato al titolo del film, sconvolgerà le certezze del padre sul figlio, portandolo a imbarcarsi anche lui per l'Italia, al fine di scoprire la vera natura dei traffici di Mikel, nel timore che possano essere criminali.
Questo film, che è stato definito da alcuni critici "in equilibrio tra il realismo e la poesia", si presta quindi a più livelli di lettura e offre l'immagine di un paese, l' Albania, travolto dalla violenza e dall'ingiustizia. Questa immagine ci viene presentata attraverso le vicende di uomini che di fronte alla possibilità di conservare o no certi valori, primo fra tutti la dignità dell'individuo, scelgono strade opposte.
E vorremmo concludere citando a questo proposito proprio il regista, la cui presenza di sabato ci sembra essere la punta di diamante dell'intera manifestazione di Villa Murri: "Spesso vediamo il bosco di immigrati che viene verso di noi- dice Edmond Budina- e li giudichiamo in gruppo, un pericolo che deve essere respinto con ogni mezzo, senza renderci conto che ogni albero di quel bosco ha un suo dramma, la sua individualità, e dimentichiamo che anche noi abbiamo percorso la stessa strada".
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11/07/2003
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