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Gaucci: "Turchi non doveva tirare quel rigore"

| SAN BENEDETTO - Pur soddisfatto del risultato, il patron romano non ha digerito la decisione di far tirare il penalty, nei primi minuti del primo tempo, a Turchi. Gaucci è ottimista sulla gara di ritorno a Pescara. L'abbraccio con il figlio Alessandro.

di Luca Bassotti

“Turchi non ha la freddezza per tirare un rigore. A chi mi stava vicino avevo confidato che l'attaccante argentino lo avrebbe sbagliato. E tanto è stato. E' andato a calciarlo il giocatore meno indicato e poi quell'errore ci ha tagliato le gambe”.

Pur contento per la vittoria della Samb, non si dà pace Luciano Gaucci su quel penalty fallito da Turchi, tanto che aveva avuto un segno premonitore ed aveva subito telefonato al figlio Alessandro, che sedeva sulla panchina rossoblù, per far cambiare la decisione a Colantuono. Non c'è stato nulla da fare, sul dischetto si è presentato Turchi e ha fallito la ghiotta occasione. “Se avessimo segnato  in quella circostanza, avremmo siglato altre due reti nel primo tempo – dice con rammarico il patron romano – Sono comunque soddisfatto, anche se mi attendevo un miglior risultato ed una migliore prestazione”.

Una vittoria, quella conquistata con il Pescara, che permette ai rossoblù di affrontare la gara di ritorno con una maggiore fiducia. “Siamo riusciti a crearci un piccolo vantaggio – continua Gaucci – Ora speriamo che i ragazzi si ritemprino e recuperino le energie. Nella ripresa la squadra non mi è proprio piaciuta. Ha perso il senso del gioco e ha avuto paura di giocare. Abbiamo arretrato pericolosamente il baricentro e le cose si stavano mettendo male, ma ci ha pensato un grande Pardini che ha compiuto delle bellissime parate”.

Eppure il patron romano, durante l'intervallo, si era recato negli spogliatoi per esprimere una raccomandazione a De Amicis e compagni: “Sono andato a parlare ai ragazzi per incitarli – rivela Gaucci – Ho detto loro che, nell'eventuale vantaggio, non dovevano difenderlo. E' andata diversamente e fortunatamente il Pescara non ne ha approfittato”.

Quando gli viene ricordato che la formazione abruzzese recrimina sulle occasioni fallite e su un rigore non concesso per un atterramento di Giampaolo nell'area di rigore della Samb, il patron romano va su tutte le furie: “Il Pescara non può recriminare e allora cosa dobbiamo dire noi che abbiamo fallito un rigore – dichiara Gaucci – Cosa hanno da dire quelli del Pescara. Ma quanto dobbiamo recriminare noi per le due partite di campionato, dove abbiamo raccolto pochissimo per quello che eravamo riusciti a costruire. Poi l'arbitro non ha commesso errori e il nostro rigore era nettissimo. Se ho fatto pace con i dirigenti del Pescara? Non li ho incontrati. Non offendo nessuno e guardiamo alle nostre cose”.

Gaucci, poi, vuole tornare sulla polemica aperta dal presidente del sodalizio abruzzese, Pietro Scibilia: “Non ho proprio capito perché abbia lanciato accuse contro di noi – continua – Se fossi in lui occuperei il tempo a pensare come mai il Pescara, dalla serie A, sia precipitato in serie C. Credo che abbia delle belle colpe”.

Fra sette giorni ci sarà la gara di ritorno, ma a Pescara Luciano Gaucci non ci sarà e spiega anche il motivo: “E' vero, non potrò venire – rivela – Prima di venire allo stadio ero ad una stazione di servizio in autostrada, a Tortoreto, e la mia auto è stata presa a calci e cazzotti da alcuni tifosi del Pescara. Mia moglie e mia figlia hanno avuto paura e ho chiesto aiuto alla polizia. Che mi rappresenta a fare queste cose?”.

Al fischio finale dell'arbitro, nei pressi del sottopassaggio degli spogliatoi, il lungo abbraccio con il figlio Alessandro, a sancire il ritrovato feeling dopo qualche screzio nelle vicende del Perugia: “Non ci sono problemi – dice sor Luciano – Abbiamo vedute diverse”. Ma Colantuono è più vicino alla panchina del Perugia? “Per ora no”. Ma Gaucci è evasivo e non convince nessuno.

25/05/2003





        
  



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