L'oliva ascolana è una coltura da valorizzare e salvaguardare
| ASCOLI PICENO - E' stato presentato, questa mattina, il progetto di valorizzazione produttiva e commerciale dell'Oliva Ascolana del Piceno.
di Mauro Giorgi
In un mondo dove lo sviluppo industriale sta sempre più assumendo un ruolo importante nella collettività globale, molte volte ci si dimentica di quei prodotti tipici locali che, con le sue antiche origini, differenziano un territorio ed una popolazione rispetto ad altri. Per quanto concerne la nostra Provincia, infatti, le Olive all'Ascolana, famose per avere radici da oltre due millenni, da sempre suscitano interesse e passione tra la popolazione mondiale. E' per questo, pertanto, che molte persone del territorio ascolano abbiano tentato in tutti i modi di salvaguardare le origini di questo prodotto che ha nelle olive ripiene il suo derivato principale.
A tal proposito, questa mattina presso la sala giunta della Provincia, l'assessore provinciale all'agricoltura e all'ambiente Massimo Marcaccio, il Dottor Francesco Lucidi ed infine l'ingegner Luciano Speranza, hanno indetto una conferenza stampa per presentare un progetto di valorizzazione produttiva e commerciale dell'Oliva Ascolana del Piceno.
Le olive all'ascolana sono il prodotto più significativo ed emblematico del nostro territorio- dichiara l'assessore Marcaccio Bisogna fare in modo che questo prodotto venga valorizzato maggiormente partendo da un presupposto scientifico. Grazie all'aiuto del dottor Lucidi e dell'ingegner Speranza, conclude, abbiamo potuto pubblicare un libro interessante, agevole, ricco di approfondimenti in tal senso.
Il dottor Lucidi ha dichiarato:
Innanzitutto tengo a precisare che ho ripreso in mano la faccenda dopo oltre quarant'anni. L'asfissia della coltura, precisa, è dovuta all'insipienza nostra e degli agricoltori. Questo studio, prosegue, è volto a ricordare che noi abbiamo in mano un prodotto importante invidiato da tutto il mondo. Il terreno calcareo e permeabile delle nostre terre, infatti, fa sì che le olive siano uniche nel suo genere. E' per questo motivo, prosegue che abbiamo indicato un cammino da percorrere, del costo complessivo di investimento di oltre 10.000.000 di Euro, per creare un indotto di Euro 30.000.000 annue quando la produzione sarà a pieno regime.
In chiusura l'intervento dell'ingegner Speranza:
Riuscire a proteggere questo prodotto ci permetterà di avere un monopolio nel mercato nazionale ed internazionale. Dobbiamo fare in modo, prosegue, di creare le premesse per una salvaguardia attiva della cultura e dell'economia del nostro sistema territoriale.
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13/05/2003
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