A cosa serve un'amministrazione comunale
| GROTTAMMARE - Inchiesta sui servizi sociali del Comune.
di Giovanni Desideri
Iniziamo una piccola inchiesta sui servizi sociali del Comune di Grottammare (14147 abitanti secondo il censimento Istat 2001, densità per kmq di 801,1 abitanti) nel tentativo di ricavare indirettamente il livello del tenore di vita in città, i problemi dei suoi cittadini, le risposte della Pubblica Amministrazione, ove fornite.
Grottammare, d'altra parte, è uno dei Comuni in cui il prossimo 25 maggio si voterà per eleggere il nuovo sindaco e per questo motivo cercheremo di evitare in due modi gli opposti rischi di un'apologia o di critiche ingenerose: genericamente, cercando di vedere il proverbiale bicchiere pieno per metà; in particolare, attivando doverosamente un indirizzo e-mail (indicato in calce) al quale i lettori sono invitati ad indirizzare osservazioni, segnalazioni, critiche.
La storia degli attuali servizi sociali erogati dal Comune di Grottammare inizia nel 1994, quando il Comune è commissariato e si insedia la prima giunta Rossi. Prendiamo questo dato come un punto zero, piuttosto che come un raffronto con amministrazioni precedenti. In quell'anno, per via del commissariamento, i servizi erano ridotti all'essenziale.
Oggi i settori di intervento sono 'quelli tipici di ogni comune' (parole dell'assessore alle Politiche Sociali, Istruzione e Partecipazione Maria Cristina Costanzo): anziani, handicap, giovani, immigrati, scuola, casa, lavoro. Per ognuno di questi settori sono state prese iniziative, che evidentemente non risolvono in toto i problemi di tutti i soggetti che ne beneficiano; né, con altrettanta evidenza, si può pensare che tali servizi di assistenza raggiungano tutti i soggetti che si trovano in uno stato di bisogno, dacché non tutti questi casi sono noti ai servizi sociali. La sfida, semmai, è nel tentare di raggiungerne un numero sempre maggiore. Ma di questo nel seguito.
Premesso che il raccordo tra l'amministrazione e i cittadini in stato di difficoltà è oggi garantito da assistenti sociali (assenti all'epoca del commissariamento), vediamo alcuni tra i principali interventi riservati alle diverse classi di soggetti.
Per gli anziani sono stati attivati servizi di assistenza domiciliare (anche con obiettori di coscienza), lavori di pubblica utilità, corsi di ginnastica per la terza età, tre circoli sociali, trasporto gratuito, ospitalità presso case di riposo. Per i giovani: assistenza allo studio (borse di studio, contributo all'acquisto di libri scolastici, mense scolastiche), due centri di aggregazione con ludoteche, potenziamento del servizio informagiovani. Per i portatori di handicap: assistenza domiciliare, lavori di pubblica utilità, borse di studio, sportello informativo, interpretariato per sordomuti, assistenza in centri socio-ricreativi-assitenziali. Per gli immigrati: manifestazioni per promuovere l'integrazione, corsi di lingua, assistenza su casa e lavoro, centro informazioni.
I maggiori problemi si registrano infine proprio sui temi della casa e del lavoro. Per la casa, il Comune si attiva, date certe condizioni, per ottenere alloggi o contribuire alle spese d'affitto, considerando tuttavia che la ricerca di un alloggio rappresenta una difficoltà particolarmente gravosa, sia per il basso numero di alloggi, sia per il livello dei prezzi. Sul lavoro, infine, oltre al raddoppio dell'organico in forza presso il Comune stesso, il principale strumento per rimediare alle principali urgenze sono state, di fatto, le agenzie interinali.
I fondi destinati a questi interventi sono raddoppiati nel 2003 rispetto a quanto avveniva all'insediamento della seconda giunta Rossi (1998; in quell'anno erano stati spesi 960119,51 ¬, contro gli attuali 1727420,95). Va ricordato, d'altra parte, che tali fondi provengono in parte dal Comune stesso, in parte da trasferimenti della Regione. Per il prossimo mese di giugno o luglio si attende di conoscere il dato sulla riduzione di tali trasferimenti, stante la nota vicenda della finanziaria nazionale per il 2003.
Questi primi dati sembrano fotografare una situazione tutto sommato positiva. Segnaleremo altri dati e dettagli, ma sin d'ora possiamo anticipare che il livello (quantitativo) del disagio sociale è al di sotto della media nazionale, in linea con la situazione generale della nostra provincia e della nostra regione.
1) continua
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16/04/2003
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Kevin Gjergji