Anche ad Ascoli una sezione dell'Adisco
| ASCOLI PICENO - L'associazione donatrici di sangue del cordone ombelicale è dunque presente anche nel territorio ascolano per portare avanti una nuova cultura della donazione.
"Ciò che ha nutrito una vita può ancora dare la vita": è il messaggio d'amore e solidarietà che lancia l'Adisco (Associazione donatrici italiane sangue del cordone ombelicale) e che ora trova un punto di riferimento importante anche nelle Marche e ad Ascoli in particolare.
Proprio nel capoluogo piceno, infatti, si è costituita la sezione
regionale dell'importante associazione di volontariato (che opera ormai su tutto il territorio nazionale), grazie alle socie fondatrici
Rossella Chesi (presidente), Aba Albertini e Maria Nerina Galiè.
La sede dell'associazione è in via della Rocca, 2 ad Ascoli Piceno
(tel. 0736 253001) e la segreteria resta a disposizione dal lunedì al
giovedì dalle 15 alle 18.
L'Adisco, nata nell'ottobre 1995 come associazione di donne disposte a donare, dopo il parto, il sangue del cordone ombelicale che sarebbe altrimenti gettato via, ha tra i principali obiettivi: promuovere la donazione di sangue del cordone ombelicale anche attraverso corsi di aggiornamento per il personale che opera nelle scuole, raccogliere fondi per la ricerca al fine di sviluppare completamente le enormi potenzialità dell'impiego di sangue del cordone ombelicale nei trapianti, consentire la nascita e lo sviluppo della rete di banche di sangue del cordone ombelicale, collaborare con le istituzioni nazionali e locali per la formulazione di piani e di programmi di studio e per la promozione di provvedimenti, anche normativi, atti a tutelare le donatrici e i neonati, promuovere la formazione di gruppi di volontari che operino sul territorio. Ma tante altre sono le attività da avviare.
"Il cordone ombelicale, che normalmente viene gettato, - spiegano le fondatrici della sezione regionale Adisco - contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. E una donna che decide di donare quel sangue offre a tante persone malate una speranza in più di guarire e tornare alla vita. E' questo che ci ha spinto a creare una sezione anche nelle Marche".
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19/03/2003
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