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La qualità totale nella filiera ittica.

| SAN BENEDETTO - Il tema è stato discusso nella giornata di studio promossa dalla Facoltà di Medicina Veterinaria, all'ex Gil.

di Pasquale Bergamaschi

Una volta i controlli sulla qualità del pesce venivano programmati prima della commercializzazione. Ora non più. La qualità totale nella filiera ittica, tema della giornata di studio promossa dalla Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Camerino, nel Centro Universitario per la Ricerca e Didattica in Acquacoltura e Maricoltura, all'ex Gil di San Benedetto, va controllata, specialmente nell'aspetto igienico – sanitario, "non solo nella fase terminale, ma in tutte le sue tappe".

A porre in primo piano l'indiscutibile sistema che "garantisce la tracciabilità del prodotto dalla produzione alla commercializzazione", è il preside della Facoltà di Medicina Veterinaria, il professor Beniamino Tesei, dopo il benvenuto agli studenti del Centro Universitario di Ricerca e agli imprenditori del settore ittico, dell'assessore all'Ambiente, Ruggero Latini e del responsabile del ‘Settore Sviluppo' del Club 41 di Ascoli, Diego Giacoboni. Il concetto di qualità totale applicato alla produzione ittica, come spiegato dal professor Paolo Melotti, direttore del Centro Universitario all'ex Gil, è in sintesi la serie di processi di controllo "per assicurare il consumatore sulla qualità del prodotto". Il motivo? "Dopo il caso della ‘mucca pazza', per affezione al morbo BSE – è stata l'ulteriore analisi – anche i prodotti ittici sono sottoposti al controllo igienico – sanitario della filiera per la sicurezza alimentare e, come nel caso della Coop Italia, ‘messi a marchio'".

Resta il problema della qualità del mare, con il carico di inquinanti e,particolarmente, di sostanze biodegradabili. L'alternativa? Il pesce prodotto negli allevamenti con il sistema della ‘vasca a terra', oppure delle ‘gabbie a mare'. Per il dottor Carlo Bianchi, della Direzione Qualità Coop Italia, "il pesce a marchio prodotto negli allevamenti, costa di più ma dà l'innegabile risposta della sicurezza alimentare, in particolare quando si parla di trote, spigole e orate. Oltretutto – la conclusione – il prodotto soddisfa le esigenze dei consumatori e sta inoltre stoppando la concorrenza estera".

14/03/2003





        
  



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