PROTESTE MOTIVATE ALL' ASL DI ASCOLI
| Fa discutere la riforma sanitaria regionale, già criticata nei giorni scorsi dal sottosegretario alla Sanità Antonio Guidi
L'effetto combinato dei due provvedimenti regionali di costituzione della Azienda Sanitaria Unica del Piceno e di riforma del Piano Sanitario regionale rischia di produrre effetti devastanti sulla sanità picena.
Con la cosiddetta ASUR i processi decisionali saranno accentrati nel capoluogo dorico secondo un modello organizzativo che non è stato sostenuto da alcun piano industriale in grado di dimostrare i risparmi di spesa teorizzati dal duo D'Ambrosio Melappioni.
Dal canto suo, invece, il nuovo piano sanitario conferma la decisione di localizzare nelle sole aree di Ancona e Pesaro le prestazioni di eccellenza medica e di particolare complessità diagnostica, proponendo ulteriori modelli di centralizzazione per alcuni servizi sinora
forniti anche in sede periferica ( sistema immuno-trasfusionale e piano sangue, riabilitazione intensiva ed estensiva.) La cosa grave è che tutto il disegno della Giunta Regionale è volto a
privilegiare quel sistema sanitario anconetano che, al contrario, rappresenta la causa prima della voragine debitoria della Regione Marche.
Invece di disboscare le duplicazioni dei reparti anconetani, di porre fine al trend illimitato della spesa farmaceutica prodotta da Torrette, dall'università di medicina e dalle altre aziende ospedaliere doriche, si rafforza un circolo vizioso che ha portato la spesa sanitaria ad erodere l'asrtonomica percentuale dellì82% del bilancio della regione Marche.
Ma vi è di più: nel bel mezzo della discussione della riforma sanitaria la Giunta Regionale con la delibera del n.1621 del 10 settembre 2002 ha rideterminato le tariffe per le prestazioni di
ricovero ospedaliero aumentando, in alcuni casi, fino al 50% la tariffa per le prestazioni erogate dalle Aziende ospedaliere, dall'INRCA di Ancona e dagli Ospedali di rete.
Questa scelta porterà ulteriori flussi di denaro nei bilanci delle aziende ospedaliere di Ancona e Pesaro e determinerà la fine degli ospedali minori dai quali i Commissari ASL distrarranno sempre più utenti e servizi. Ma anche per gli ospedali di rete (Ascoli, San Benedetto e Fermo) non beneficeranno dei vantaggi di questi aumenti in quanto - come è noto - il servizio sanitario regionale paga il 100% del DRG alle sole Aziende ospedaliere, rimborsando agli altri ospedali un somma che non supera l'80% della tariffa.
E' necessario pertanto un'inversione di rotta che auspico possa essere richiesta dai sindaci della provincia così da preservare il piceno del mesto destino di vedere i propri ospedali ridotti a poliambulatori a servizio dell'Ospedale Unico di Ancona.
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06/02/2003
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