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Intervista al Vice Questore Aggiunto Dott. Marco Fischetto.

San Benedetto del Tronto | "La collaborazione tra noi forze dell'ordine ed i cittadini sanbenedettesi? Un importante valore aggiunto"

di Carmine Rozzi

Il Vice Questore Aggiunto Dott.Marco Fischetto

In un’ora circa di colloquio il Dott. Marco Fischetto, Vice Questore Aggiunto al Commissariato di Polizia di San Benedetto da circa un anno e mezzo, brindisino puro sangue, ha risposto gentilmente a tutte le domande concernenti i diversi aspetti e sfaccettature sociali di una città in forte espansione demografica e sociale come la nostra.

 

Noi cittadini chiediamo sempre qualcosa da voi. Ma voi cosa chiedete alla città ?

“Innanzitutto ringraziarla. Con l’augurio di poter continuare in quella fattiva collaborazione tra le forze dell’ordine e cittadini che ha portato a tanti successi e fare in modo che si resti, nonostante tutto, una piccola isola felice nel contesto regionale anch’esso fortunatamente scevro da grandi disagi criminali. Questi ultimi mesi mi confortano, specie se guardiamo le statistiche.

 

Importante, ripeto, è la collaborazione della gente e la sempre maggior sinergia tra noi e l’Arma dei Carabinieri. L’amalgama di queste cose porta poi a risultati eccellenti come al recente arresto notturno dell’esagitato a noi ben noto o allo sgomino della banda dei rolex, per non parlare del cosiddetto rapinatore solitario. Il livello di guardia è alto.”

 

Quel ramo della “banda dei rolex” può dirsi sotto controllo ?

“Fino ad ora fortunatamente sì. Qui in città non si è più registrato e fa ben sperare. Anche nell’episodio del recente accoltellamento siamo riusciti ad arrivare in tempo prima che la cosa diventasse di ben più grave portata. Il padre sembra tutt’ora visibilmente scosso. Forse con la lucidità si è reso conto della portata del suo gesto. Anche se, tra padre e figlio, alcune dichiarazioni sono sembrate non tanto convincenti ciò non toglie che resta l’evidenza dei fatti”

 

I fatti vandalici. Un fenomeno che si ripete purtroppo ad ogni inizio stagione….

“Noi fin’ora abbiamo individuato e denunciato parecchi di questi giovani. Però parliamo sempre di chilometri e chilometri di costa. Da Grottammare a Porto D’Ascoli è un bel pezzo di spiaggia. Non si parla comunque assolutamente di bande organizzate o orde di extracomunitari come da qualche parte si era ipotizzato. Sono gruppi di ragazzi normalissimi che in preda all’esagitazione provocata forse da birra o altre bevande alcoliche si lasciano andare a bravate che poi, una volta presi e denunciati, rimpiangono amaramente. I danni, ovviamente, restano. E’ fondamentale, dal mio punto di vista, l’apporto della vigilanza sulla spiaggia. E’ forse l’unico deterrente che chiaramente né noi né le altre forze di polizia potremmo mai garantire. Quindi se possibile occorrono segnalazioni tempestive. ”

 

Un altro problema in città sembra essere sempre quello della droga…

“ Sì. Abbiamo recentemente avuto il caso di quelle overdose dove la merce era stata tagliata con roba tipo il tannino e cose di altro genere. Comunque cerchiamo sempre di intervenire tempestivamente in modo da stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di infiltrazione o di assestamento del fenomeno.”

 

Tipologie come usure, pizzi, scippi ?

“ Le Marche possono essere orgogliose di ritenersi quasi totalmente prive di questi fenomeni che in altre parti d’Italia rappresentano vere e proprie calamità. Il marchigiano, da sempre, non ha mai avuto la benché minima paura o esitazione a denunciare tempestivamente qualsiasi accenno di usura o taglieggiamento. Di qualsiasi tipo. E’ gente che quando si mette in testa di far fronte ad un atto criminoso va fino in fondo e non si ferma fino a che il problema non viene risolto alla radice. Penso al fenomeno della prostituzione in Via dei Mille, oggi solo un pallido ricordo mentre in una località vicinissima alla nostra è diventato un cancro quasi inestirpabile. “

 

San Benedetto, città “immune” ?

“Immune forse è una parola grossa. Ci sono i soliti piccoli fenomeni legati a disagi momentanei comuni ad ogni società di persone. Tipo il gioielliere che pensava di ripianare i debiti del suo negozio andando a rapinare i colleghi del teramano. O all’altro che, avendo accumulato pendenze dovute a scommesse on-line, cercava di rifarsi con gesti criminali. Parliamo, in ogni caso, sempre di gente incensurata. Gente comune che avversità, più o meno cercate, hanno portato sulla strada sbagliata. Ma i grandi mali sono, fortunatamente, di un altro mondo.”

 

E’ cambiata la fenomenologia ?

“Certamente. Un rapinatore professionista, conoscendo le precauzioni tecniche e logistiche raggiunte da banche, istituti di credito e negozi di preziosi, non ha più voglia di rischiare per arraffare magari un decimo della somma sperata. Le rapine di una volta con assalto alle banche armi in pugno, come nel tragico caso del nostro ufficio postale, sono destinate a scomparire. Ma l’altro fenomeno, quello descritto prima, di gente comune che, colta dalla disperazione, ricorre a mezzi criminosi è una tendenza che deve far riflettere perché è il chiaro indice di un crescente disagio sociale sulla cui natura non sta certo a me indagare.”

 

Quindi, ad esempio, i recenti casi di violenza famigliare sono forse destinati ad aumentare ?

“ Fortunatamente no. Rientrano nel novero di casi isolati. Anche quello in cui il marito rese danno alla milza della moglie è da considerarsi un fatto a sé stante. Parliamo di casi con intervalli di sei sette mesi o giù di lì. Non degni di particolare rilievo.”

 

L’introduzione del poliziotto di quartiere incomincia a dare i suoi frutti ?

“ Nel modo più assoluto ed incoraggiante. Le loro segnalazioni ci hanno aiutato a risolvere alcune situazioni. Ed in certi casi anche a prevenire. Riferendoci cose che, in altri tempi, magari i residenti non si sarebbero mai sognati di venire a denunciare in ufficio. La collaborazione è ottima. E la figura del poliziotto di quartiere sta diventando sempre più famigliare ed accettata dalla cittadinanza. Mi auguro che possa anche essere esteso ad altre zone della città. Speriamo che il Ministero sia dello stesso avviso. Vedere transitare una faccia amica e raccontargli anche il “sentito dire” per noi è una fonte immensa di notizie che possono poi essere sviluppate e approfondite .”

 

Sfatato il “tabu” dell’incompatibilità caratteriale tra voi e l’Arma dei Carabinieri ?

“Assolutamente. Quella che una volta veniva definita come una sana competizione che servisse di stimolo per tutti e due si è evoluta in una totale collaborazione. Perché se non si uniscono le risorse si rischia di disperdere le forze a beneficio del crimine. Grazie a Dio a San Benedetto è facile arginare i tentativi di insediamenti criminosi.

 

Si sono verificati e si verificano approcci in tal genere ma, grazie alla sinergia con le altre unità, come i Carabinieri, essi vengono prontamente e decisamente stroncati. Questo fronte unico è un deterrente di valore incalcolabile. Come nell’esempio dei due foggiani che stavano tentando di rubare due camion. Costretti alla fuga dalla volante che, di notte, aveva notato alcuni strani movimenti, dalle impronte trovate sui mezzi sono stati poi prontamente identificati e denunciati.”

 

Un saluto ed un appello ?

“Il saluto è quello di un funzionario che, seppur di un’altra località italiana, ha imparato ad amare e rispettare la città nella quale opera. L’appello è quello di vivere questa estate piena di avvenimenti in modo sereno e tranquillo. Noi, in pieno accordo con le altre forze dell’ordine e grazie anche alle collaborazioni indispensabili degli stessi cittadini, ce la metteremo tutta per garantire una stagione turistica nel segno della tolleranza ma anche nel rispetto delle regole civili dando al turista  l’immagine di una località balneare possibile e vivibile.” 

24/06/2005





        
  



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