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San Benedetto del Tronto | Il canone non te lo pago e ...sai perché?

di Carmine Rozzi

C’è chi fa l’obbiettore di coscienza. Per motivi religiosi. Ma questo, non è il caso  del Sig. Marco Milozzi. Alcuni per motivi umanitari. Altri attuano la disobbedienza. Quella civile. E pagano per questo. Ma, a pagare, il sig.Marco Milozzi  non ci pensa nemmeno. Almeno per ora. Molti protestano. In modo sommesso. Certi, la loro protesta,  la urlano. O la scrivono sui muri.  Ma neanche quest’ultime riguardano il sig. Marco Milozzi.

No. Perché il Sig. Marco Milozzi attua “ l’obbiezione  fiscale”. Punto primo. Poi la sua “obbiezione”  è per iscritto. Punto secondo.  Indirizzandola al Prof. Enzo Cheli  (Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni) con sede a Palazzo Torre Francesco

In quel di Napoli. E , per conoscenza, alla  S.A.T.  (Sportello Abbonamenti TV ) Casella Postale  22  in quel di Torino. E  terzo , visto che  c’era, all’On. Giancarla Codrignani in risposta ad una precedente iniziativa della medesima.

Beh, direte voi, non c’è male. Ciò denota che il sig. Marco (siamo al “tu”) fa le cose con coscienza. Giusto. Ma , vedete, in un paese di tanti finti sordi e molti finti ciechi il  nostro  ha pensato bene di premunirsi adeguatamente. E così, con scrupolo tutto marchigiano ( fermano d.o.c. – n.d.r. ) ha aggiunto qualche altro indirizzo. Per  l’esattezza altri cinque che, nella sua lettera , chiama  <  Destinatari  dell’obbiezione fiscale >. Fra questi, la Redazione Altra Economia, Centro Nuovo Modello di Sviluppo Vicchiano,  Trimestrale  “La Stella del Mattino “ per il dialogo interreligioso.

Bravo? Calma e gesso , siamo appena agli inizi. E, per conoscenza, a ventitre  (diconsi  ventitre) diversi organi di stampa e informazione varia tra cui  : il nostro ( e lo ringraziamo) , l’ Avvenire, la Repubblica, il Manifesto, Carlo Gubitosa di “peace. link”, redazione  Prima Pagina RAI  , Il Messaggero, Il Corriere Adriatico e  ci scusino i rimanenti se non ci dilunghiamo oltre. Ma, per dirla in gergo, visto che abbiamo fatto trenta e facciamo pure trentuno. Quindi, sempre  “per conoscenza” a cinque altri destinatari tra cui : mailing list di Mondo Solidale delle Marche, Meich di Fermo e,  perché no ?  Al  Circolo  Africa di  Ancona.

Fanno   quarantasei  diversi  destinatari. Il tutto per illustrare un concetto che potrebbe portare  il Sig Marco Milozzi  ( la performance  ci impone di nuovo il “lei”) all’onore delle cronache nazionali.
In sostanza, il Milozzi  si sente  “ danneggiato (parole sue –n.d.r.) nel suo diritto a ricevere dal sistema Radiotelevisivo Pubblico un’informazione qualificata e caratterizzante “ . A sostegno, cita un comma della Corte Costituzionale  che, nella sentenza 112 del 24 marzo 1993, enuncia una serie di principi, morali e etici, ai quali l’informazione pubblica dovrebbe sempre attenersi: “ il pluralismo delle fonti, l’obbiettività e imparzialità dei dati forniti, nonché la completezza, l’obbiettività, la correttezza, la continuità dell’informazione erogata, nel rispetto della dignità umana “.

Secondo il Milozzi ciò non accade anche se, aggiunge, altre sentenze (ben cinque-n.d.r.) sono lì a ribadire gli stessi concetti della Corte. Tra questi : art. 21 della Costituzione Italiana, art. 18  della Dichiarazione dei diritti Umani, giù fino alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea .  E fin qui la  matassa. Andiamo al bandolo.

“ Con l’approvazione della legga Gasparri  (continua Milozzi) il Governo, detentore delle Azioni RAI, ha nominato il Consiglio di Amministrazione ottenendo così il controllo totale sull’informazione pubblica e ponendo Mediaste in condizione di aumentare la raccolta pubblicitaria, già aumentata nel  2003 dal  1,9 %   al  2,5 %, nonostante un calo nell’audience della stessa”. E questo è solo uno dei molteplici argomenti  (elencati nella lettera del Milozzi da noi pubblicata –n.d.r. ) che lo hanno portato a dichiararsi  “obbiettore fiscale”. Ovvero :  il Canone RAI non lo pago !  Perché la spesa  (seppur  esigua ) non vale il prodotto acquistato . “ ….anche accettando che il canone riguardi la detenzione di un elettrodomestico che non è necessario usare ( sublime !), siccome non si tratta di uno strumento qualsiasi ma del mezzo con cui io posso realizzare il mio diritto a essere informato, chiedo come sia possibile far rispettare nel nostro Paese i Principi  elencati nei documenti formali sopra citati “.

E non stupiamoci se, osserva  con precisione certosina Milozzi, “Reporters  sans Frontières” ha collocato l’Italia al  53 °  posto nella scala mondiale  del rispetto dell’informazione. Pertanto :  “ Dichiaro formalmente che da ormai tre anni (2003, 2004, 2005) ho scelto di non pagare il canone alla RAI  TV  scegliendo la forma dell’Obbiezione Fiscale “.  Ingenuo, direte voi, che lo va a dire a dritta e a manca. Si ma, vedete, il sig.Milozzi con quei soldi “risparmiati” non ci ha giocato la schedina né li ha puntati sul 53. No, lui, l’esatto ammontare dei canoni non versati lo ha erogato in una specie di beneficenza (con tanto di ricevute fotografate e allegate).

Ha acquistato riviste che si occupano attivamente di pace, non violenza, dialogo tra culture e religioni e così via. “ Quando l’ufficiale giudiziario verrà a casa ( perché prima o poi verrà, aggiungiamo noi) per prelevare l’importo troverà già pronto un mucchietto di libri e videocassette che trattano gli stessi temi “. E tornerà a pagare il canone di quella che lui considera “ una grande azienda, anche se sono rimaste solo le spoglie “  solo quando il servizio Radiotelevisivo tornerà pubblico, quando torneranno i Santoro, Luttazzi, e anche “ quel comunista di Biagi “, i confronti aperti e corretti e via dicendo.

A onor del vero, al Milozzi  non interessano gli scontri politici o il muro contro muro. Le strategie  “auditeliche” di Mediaste e quelle “ devoluscionistiche “ di Tele Padania sono da rispettare per chi, in quei palinsesti, si riconosce. Ma rivendica, a suo giudizio, un servizio pubblico imparziale e culturalmente qualificato. Solo allora egli tornerà a pagare ( e con piacere !) la sua parte di canone. Si firma  “Molto cordialmente : Marco Milazzi, operatore sociale precario “. Fin qui la storia.

Ingenuo?  Don Chisciotte delle Paraboliche al Vento?  Cavaliere Crociato del San Auditel  di Qualità?  Fate voi. A noi piace solo pensare che, in quel di Napoli, il Prof. Enzo Cheli  spenda cinque minuti in più del suo tempo nel leggere la lettera. Che, in quel di Torino, lo Sportello Abbonamenti  TV, invece di farsi venire un attacco di bile per la “sfrontatezza”  se ne faccia venire uno di sincera e costruttiva  curiosità ( cinque minuti! ).  Perché , sinceramente, il Sig. Marco Milazzi se lo meriterebbe. 

Simpatico. Diciamocelo. Non fosse altro che per quei cinque “destinatari”, i quindici “per conoscenza” , le diciassette  “edizioni locali” e giù fino a farne quarantasei di appelli a tutti : personalità politiche, enti culturali e non, testate giornalistiche, ecc.

Il Sig:Milazzi  , per dirla con i mitici  “Blues Brothers”, è  “ A man with a mission from God ! “ . Solo che, nel suo caso, la missione da compiere è un innalzamento  del livello culturale e informativo della RAI. Ce la sentiamo di dargli torto? E se ne venissero altri? Dopotutto, i “Brothers”, ebbero proseliti. O no?      

27/01/2005





        
  



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