Ricordiamo Eduardo
| Artista di teatro, commediografo, drammaturgo ma soprattutto grande interprete in chiave ironica dei drammi italiani.
di Alberto Premici
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Esattamente vent'anni fa, Eduardo De Filippo lasciava noi tutti, nominandoci eredi delle sue fatiche, della sua storia, del suo esempio. Lo fece nella solennità dei meritati onori istituzionali a Roma nella camera ardente allestita al Senato.
Mi sembrava doverosa questa piccola nota per ricordare un grande italiano della commedia che ha dato tutto e continua a dare, attraverso la rappresentazione in ogni dove delle sue opere.
Curiosa la sua prima uscita in scena, nei panni di un giovane giapponese nella "Geisha" nel 1904 al fianco dei genitori, Luisa De Filippo e Eduardo Scarpetta, comparse che durarono fino al 1910. Iniziò gli studi, dedicandosi alla recitazione solo nei periodi di vacanza. Dopo il servizio militare l'avvio della sua vera e propria carriera di attore, alla quale ha dedicato tutta la vita.
Nasce il trio con i fratelli Peppino e Titina che succssivamente si sciolse per vicende alterne, ridistribuendo però a ciascuno di loro il successo che hanno meritato ampiamente. Credo che oggi si parli troppo poco di Titina De Filippo; meriterebbe ben altre attenzioni.
Infinite le sue interpretazioni e le sue opere: "Natale in casa Cupiello" (1931), "Non ti pago!" di Carlo Lodovico Bragaglia (1943), "Napoli milionaria" (1945), "Filumena Marturano" (1946), (85 repliche al Teatro Eliseo di Roma!), poi il periodo di rivisitazione delle commedie di Scarpetta. Nel 1955 presentò a Parigi "Questi fantasmi", "Il figlio di Pulcinella" (1958), "La pietra di paragone" di Rossini (1959).
Cercò di dimenticare il vuoto lasciato dopo la perdita della cara figlia Luisella di 10 anni, dedicandosi completamente al lavoro: "Peppino Girella", "Larte della commedia" (1964), "Il cilindro" (1965), "Il contratto" (1967), "Il monumento" (1971), rappresentazioni che lo videro protagonista in tutt'Europa. Con "Sabato, domenica e lunedì" venne consacrata la sua popolarità a livello internazionale dopo la rappresentazione della commedia nel 1972 a Londra.
Poi il ritiro dalle scene per un malore nel 1974 ma non quello dall'attività: "Il sindaco del rione Sanità", "Gli esami non finiscono mai", ecc. Premi, riconoscimenti, due lauree honoris causa,
Ma la sua era una salute "ragionevole" che piano piano gli impedì completamente di lavorare. Ora riposa al cimitero del Verano, dopo solenni esequie trasmesse in Tv con un'immensa folla accorsa da ogni parte d'Italia che volle tributagli gli onori dovuti ad un uomo del suo spessore.
Facciamolo anche noi, perchè no proprio oggi. Cerchiamo una qualsiasi commedia in Vhs e passiamo due ore con lui; dimentichiamo per un pò guerre, minacce, l'incertezza del futuro, sondaggi, ... tanto "Addà passà 'a nuttata!..." . Forse questo politicanti e novelli guerrieri non lo sanno.
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31/10/2004
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