Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

La rocca e le mura di cinta dell'abitato di Offida

| OFFIDA - La storia ed il punto sul restauro

di Alberto Premici

L'agglomerato di Offida e' di origine prettamente medioevale, cresciuto lentamente dall'antico villaggio all'ombra di un castello prima e monastero. A differenza delle città romane, alla topografia con leggeri mutamenti di generazione in generazione conservando nella pianta elementi che derivano da accidenti storici, le mura e le porte determinano le principali linee di circolazione.

La cinta muraria e' stata sostanzialmente costruita in due fasi. La prima tra il XII e XIII secolo con l'accesso principale sul lato nord-est mediante un torrione quadrato sormontato da un ordine di caditoie su cui poggiava un parapetto adorno di merli guelfi. La porta di accesso alla città era tagliata da un arco a sesto acuto ancora visibile e chiusa a due battenti ferrati dietro i quali scorreva una saracinesca; dalla porta doveva far capo un ponte levatoio che sormontava il fossato.Le mura, dal torrione suddetto, si dilungano verso ovest e verso sud facendo angolo e chiudendo Offida entro una cinta presso a poco rettangolare interrompendosi laddove i calanchi costituivano una difesa naturale.

Altre due porte, oggi non visibili, si aprivano a ponente fornite anch'esse di solidi battenti e di saracinesche: quella di S. Giovanni e quella della fontana. Esse erano usate principalmente dagli agricoltori ed abitanti del circondario per rifugiarsi all'interno della città durante le numerose incursioni dei nemici. Da questa parte sorgeva il castello di Longino di Azone, oggi Chiesa di S.Maria della Rocca che tratterò in altro articolo.

Dalla pianta delineata nel 1694 da Ferdinando Fabiani, si scorge bene la cinta muraria con le relative porte, così come sopra descritte. Successivamente, generalizzandosi il nuovo mezzo di distruzione (polvere da sparo e relativa artiglieria), si dovette introdurre un radicale mutamento nelle forme e dimensioni delle fortificazioni. A tal fine furono affidati, sul finire del XV secolo e precisamente nel 1488 a tale Baccio Pontelli, architetto fiorentino, dal Papa Innocenzo VIII, i lavori di fortificazione della cinta muraria.

L'architetto, oltre a consolidare le cortine esistenti, aggiunse a settentrione la rocca. La pianta di quest'ultima per 2/3 della sua lunghezza ha forma rettangolare; con uno dei maggiori lati fronteggia nord mentre con uno dei lati minori verso ovest va a ricongiungersi alle antiche mura. Sull'altro lato verso est poggia la base di un triangolo che, essendo più breve del lato stesso, fa si che il quadrilungo sporga a spigolo fra nord ed est; al vertice del triangolo si trova l'antico torrione di entrata sopra descritto che l'architetto fece foderare con un solido rivestimento di mattoni, dandogli forma circolare affinché i proiettili vi facessero danni minori.

Su questo primo torrione sta incastrato lo stemma papale in travertino di Innocenzo VIII. Al primo spigolo del rettangolo vi e' una torre quadra poco sporgente dal filo dei muri, mentre, allo spigolo opposto, si alza un terzo torrione rotondo, alto e slanciato; una quarta torre quadrata sorge nell'angolo di giunzione tra la nuova costruzione e la vecchia. Cortine di mura a scarpata concatenano l'insieme delle fortificazioni. Delle caditoie contornano il torrione più grande che era fornito di un parapetto munito di merli guelfi. La rocca dalla parte dell'abitato rimane aperta per due grandi voltoni a sesto acuto sovrapposti l'uno all'altro; con molta probabilità attraverso la botola ancora visibile e di una scala in legno non più esistente, si discendeva dal più alto a quello di sotto.

Le mura, indispensabili alla definizione della città, davano garanzia di stabilità e sicurezza, di potere incontrollabile e di inattaccabile autorità. Esse erano, nel contempo, un dispositivo militare ed un efficace strumento di dominio sulla popolazione urbana. Ma oltre che a fini di difesa militare e di controllo politico, le mura stabilivano una precisa demarcazione tra città e campagna, sia sotto il profilo estetico che sociale.

Non bisogna infine dimenticare, nel medioevo, anche un'altra funzione delle mura, quella di passeggio pubblico soprattutto nel periodo estivo; anche quando non erano alte più di 6 metri esse offrivano una eccellente prospettiva sulla campagna circostante e permettevano di godere quelle brezze estive che magari non penetravano nella città. Non si può chiudere il discorso sulle mura senza ricordare la funzione particolare della porta, luogo di incontro, a quei tempi, tra due mondi, l'urbano ed il rurale, l'interno e l'esterno. La porta principale dava il primo saluto al mercante, al viandante in genere era contemporaneamente una dogana, un ufficio, un centro di controllo la porta dunque creo "il quartiere economico".

Tralasciando i piccoli interventi di manutenzione avvenuti in epoche diverse, a volte distruttivi e quasi sempre poco pertinenti, sia la rocca che le mura di cinta ancora visibili sono state oggetto sostanzialmente di due interventi tendenti alla ristrutturazione delle cortine ed al ripristino dei camminamenti di ronda. Il primo concreto intervento fu eseguito nel 1988-89 attingendo ai finanziamenti stanziati dalla legge 879/86 da utilizzarsi per il ripristino e riparazione di opere comunali. Il progetto interessò la rocca con i tre torrioni e le cortine di collegamento, sino al raggiungimento del lato sul confine con il vecchio ospedale civile. Vennero recuperati inoltre il cammino di ronda sovrastante le cortine murarie (al quale si può accedere dalla rocca sul lato est - ex porta marina), ed il cosidetto "muraglione", ricostruito fedelmente sulla scorta di rare immagini fotografiche.

Quest'ultimo era anticamente il punto ove i mercanti attendevano il loro turno prima di entrare in città con i loro prodotti; nel lungo periodo che precedette la sua demolizione, fu luogo di ritrovo (e pettegolezzo) per molti offidani che beneficiavano oltretutto del bel panorama offerto e della brezza nei periodi caldi.  

Attualmente sono in esecuzione lavori per la ristrutturazione dell'altra parte delle mura di cinta e cioè quella che lambisce via Berlinguer fino a raggiungere l'ex convento di S.Francesco, oggi sede della VINEA ed enoteca regionale. Purtroppo questi non hanno una continuità tale da farne presupporre la fine prima dell'estate prossima, precludendone la bella visione d'insieme ai numerosi turisti che visitano la nostra cittadina. E' auspicabile poi che tali opere si integrino con la parte già ristrutturata sia sotto l'aspetto estetico ( coerenza cromatica dei setti ed analoghe tecniche di restauro come la stuccattura delle connessure ) ma soprattutto che vengano concretizzate alcune idee per un percorso turistico tale da poter finalmente annoverare la rocca e le mura tra le bellezze monumentali offidane fruibili.  

(ringrazio Giancarlo Premici per la consulenza storica)  .

17/04/2003





        
  



1+1=

Altri articoli di...

Ascoli Piceno

16/11/2022
Project Work Gabrielli, i vincitori (segue)
15/11/2022
800.000 euro per le scuole (segue)
14/11/2022
Tre milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (segue)
31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
28/10/2022
Zero Sprechi, al via un progetto per la lotta agli sprechi alimentari (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
26/10/2022
Tribuna presso lo Stadio “Cino e Lillo del Duca” (segue)

Cultura e Spettacolo

31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
27/10/2022
53 anni di Macerata Jazz (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
20/10/2022
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji