Il cinema tra letteratura e musica al terzo appuntamento di In Art
San Benedetto del Tronto | Domenica 26 novembre, il terzo appuntamento di In Art ha destato antichi ricordi, intense emozioni e sensazioni profonde.
di Elvira Apone

un momento dell'evento di In Art del 26 novembre
Domenica 26 novembre, dalle ore 18,30 presso il pub Medoc di San Benedetto del Tronto, il terzo appuntamento della rassegna letteraria e musicale In Art, organizzata dall'associazione culturale Rinascenza con la direzione artistica di Annalisa Frontalini e in collaborazione con Paolo Soriani, ha ospitato la scrittrice Sonia Ciuffetelli, che ha presentato il romanzo "Un velo sulla memoria" (Augh! Ed), e il duo formato da Rosario Giuliani (sax alto e sax soprano) e Luciano Biondini (fisarmonica), che ha regalato al pubblico il magnifico concerto "Cinema Italia", rendendo omaggio ai più grandi compositori italiani di colonne sonore per il cinema, tema ispiratore e filo conduttore della serata.
A moderare il dibattito, che ha preceduto la pausa conviviale e poi il concerto, è stata Sonia Loffreda, insegnante, scrittrice e conduttrice radiofonica, che, con acume e garbo, ha suscitato nel pubblico interesse e coinvolgimento, creando un'atmosfera intima, distesa e cordiale.
Il romanzo "Un velo sulla memoria" di Sonia Ciuffetelli, poetessa, scrittrice e presidente dell'associazione culturale "Le Muse ritrovate", ha offerto lo spunto per parlare di cinema, e non solo. Perché il cinema è anche scoperta, conoscenza, narrazione, fotografia, musica, tanta bella musica, come quella scritta da Ennio Morricone e Nino Rota, due tra i più grandi compositori italiani per il cinema cui Rosario Giuliani e Luciano Biondini hanno reso omaggio con il loro concerto.
Laura Perretti, la protagonista del romanzo di Sonia Ciuffetelli, è una donna di mezza età, forte, volitiva, determinata che, in seguito a un trauma, ha perso la memoria e si ritrova a scoprire dall'esterno informazioni su se stessa che aveva rimosso, come, ad esempio, di essere una regista di professione e di lavorare per il cinema. La sua amnesia selettiva e lacunare, rappresentata dalla metafora del velo usata nel titolo del libro, proprio a indicare una perdita parziale della memoria, le impone, così, di ricominciare a vivere una seconda vita, con l'ingenuità e lo spirito di una bambina priva di sovrastrutture, e di accettarsi senza reticenze, riscoprendo se stessa e la propria coscienza. Un motto, quello del "conosci te stesso", che, come ha ricordato Sonia Ciuffetelli, "ha attraversato la storia dell'umanità ma è poco affrontato nella nostra società, che ha ormai perso l'abitudine di conoscersi e riconoscere i propri limiti".
E proprio come in un film, in cui sin dai primi fotogrammi entriamo nel vivo della storia, così anche Sonia Ciuffetelli porta immediatamente il lettore in medias res, attraverso un linguaggio che, come lei stessa ha spiegato, "è in funzione della storia", perché segue l'andamento dei sentimenti della protagonista. Dalla paura al terrore, dal terrore allo sgomento, dallo sgomento al panico: ogni emozione di Laura è registrata ed espressa attraverso un sapiente uso della scrittura e della punteggiatura, che tende sempre più a scomparire man mano che il ritmo, con cui il cuore della donna batte nell'acquistare consapevolezza della propria condizione, diventa più concitato. Il paragone con il linguaggio musicale del cinema è stato, a questo punto, spontaneo e immediato: anche le colonne sonore dei film assumono i toni, i ritmi e gli umori delle scene cui fanno da accompagnamento: "la forza della musica da film sta proprio nel sentirla associata alle scene dei film che accompagna" ha affermato Luciano Biondini, spiegando, inoltre, che "anche la musica è piena di punteggiatura e di sfumature proprio perché esprime sentimenti".
"La musica è l'arte dei suoni attraverso cui si esprimono i sentimenti dell'anima" ha ribadito Rosario Giuliani. E di sentimenti, di emozioni, di sensazioni spesso sopite e poi risvegliate, di ricordi che riaffiorano poco a poco, portati a galla da una strenue forza di volontà, racconta il libro di Sonia Ciuffetelli, ma parla anche di come l'istinto, proprio come accade alla protagonista, spesso ci riconduce alle nostre origini, ci fa ritrovare la nostra identità, ci ricongiunge a noi stessi. Perché chi siamo, chi siamo realmente, è il nostro istinto, la nostra predisposizione naturale e suggerircelo, prima ancora che sia la nostra mente a farlo, come è accaduto anche a Pat Martino, un grande chitarrista italo-americano che, come ha raccontato Rosario Giuliani, aveva perso la memoria e l'ha riacquistata solo dopo essere tornato sul palco a suonare, solo dopo aver finalmente capito di essere prima di tutto e soprattutto un musicista.
"Scrivere musica da film è un altro mestiere rispetto a quello del compositore classico o jazz" ha osservato Luciano Biondini, "perché ciò che distingue i compositori da film dagli altri sono le idee rivoluzionarie, la loro capacità di tirare fuori dei suoni che riescono a cambiare la visuale del film"; "compositori come Morricone e Rota scrivevano perché lo volevano veramente, perché erano ispirati, e non a comando, come molti oggi tendono a fare" ha confermato Rosario Giuliani e poi ha aggiunto: "le opere d'arte sono tali per l'attenzione ai dettagli".
E proprio come in una straordinaria opera d'arte, ogni minimo dettaglio è stato studiato, scelto, curato nel concerto che i due musicisti hanno dedicato al cinema domenica sera, facendo ascoltare al pubblico di In Art alcune tra le più belle melodie che lo hanno reso grande, riadattandole, arrangiandole e interpretandole in una chiave innovativa e originale grazie al talento e alla bravura che li contraddistingue. Il brusio dei commensali, che non avevano ancora del tutto sedato gli stimoli della fame e della sete, è stato all'improvviso spento dalle note acute, pungenti e squillanti della fisarmonica di Luciano Biondini che, con agilità e maestria, ne picchiettava i tasti e ne faceva ondeggiare il soffietto, e da quelle grevi, corpose e robuste del sassofono di Rosario Giuliani che, soffiando con vigore e trasporto, le caricava di nuova vitalità e calore. Un calore che il pubblico di In Art ha ben percepito domenica sera, attraverso la passione con cui i due artisti hanno modellato ogni singola nota che è uscita dai loro strumenti, attraverso l'energia che la loro musica è riuscita a trasmettere, un'energia cosmica, magica, quasi surreale, che ha trasportato tutti in un mondo diverso, sicuramente migliore.
E anche se solo per pochi istanti, ci siamo sentiti tutti un po' migliori. Nessuno escluso.
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28/11/2017
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