«Le nomine di due anti-Perazzoliani DOC come Gaspari e la Sorge sono uno "schiaffo politico" evidente a chi irresponsabilmente vorrebbe trasferire le faide interne al PD dentro il Comune.»

A poche ore dalla caustica considerazione di Paolo Perazzoli nei confronti del centro-destra - a suo avviso in grado di saper fare "solo opposizione" - non si è fatta attendere, la replica, non meno pungente, di Luigi Cava, coordinatore della lista civica SiAmo San Benedetto che supporta la candidatura - a Sindaco della Città - di Pasqualino Piunti.

Una replica, - quella del Cava - che pone l'accento su alcuni orientamenti, nomine e dinamiche interne al Partito Democratico; e che in essi ravvisa, e sulla base degli stessi partorisce, un'articolata e mordace analisi politica:

"Le nomine del segreterario regionale PD con le quali sono stati assegnati incarichi a Giovanni Gaspari e Margherita Sorge, rispettivamente nel Direttivo Regionale e nella Commissione di Garanzia, sono la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che il PD regionale non gradisce il candidato sindaco partorito dalle primarie a maggioranza relativa." sostiene il Cava.

Il quale, incardina la sua disamina su un'ulteriore riflessione a margine, che va a corroborare il suo assunto iniziale:
«Definire il PD allo sbando, con il candidato sindaco che sbotta contro i suoi con frasi come "se un'orchestra non suona insieme non va bene", sarebbe riduttivo se non si considerasse il fatto che questi soggetti si propongono per guidare un Comune che nelle loro mani risulterebbe ingovernabile.
La nomina di due anti-Perazzoliani DOC, come evidente a tutta la città, risulta risibile se spiegata come scelta fatta perché i due non riceverebbero incarichi istituzionali. Viene da chiedersi allora perché il PD non avrebbe potuto nominare la Emili, che pure è un esponente importante del partito che non riceverebbe incarichi da assessore ma appartenente ad una corrente interna diversa, ovvero quella del marito candidato sindaco.»

Faide interne al PD - lascia intendere il Cava - che potrebbero dunque essere perniciose per il buon governo della Città.

"Le faccende interne del PD sono cosa loro" - dice Luigi Cava - "ma ciò che preoccupa i sambenedettesi sono le loro guerre interne che inevitabilmente rischierebbero di contagiare una gestione amministrativa del Comune che necessita di una buona e serena amministrazione della cosa pubblica."

In conclusione - tuttavia - pur ribadendo la convinzione di come a suo avviso lotte intestine al Partito Democratico, potrebbero pregiudicare l'esercizio di una buona amministrazione cittadina, il Cava è altresì convinto di come gli esiti delle elezioni saranno perentoriamente chiarificatori:
«Trasferire le loro faide interne in Comune è un atto di irresponsabilità che gli elettori chiamati al voto del 5 giugno sapranno giudicare con la stessa fermezza mostrata nelle elezioni politiche del 2001, quando "rottamarono" Perazzoli dopo due mandati da sindaco, giudicando disastrosa la sua gestione amministrativa».