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Abusivi In Spiaggia, Non Si Arresta La Piaga Del Commercio Illegale

San Benedetto del Tronto | Armuzzi (Confartigianato Commercio): "Lanciamo un appello alle autorità preposte per maggiori controlli, la situazione è al limite"

Arnuzzi

E' ora di dare uno stop duraturo ai prodotti "tarocchi" e ai servizi di massaggi in riva al mare "fai da te". Numerose sono le segnalazioni che giungono alla Confartigianato da parte di imprese oneste che vedono nelle pratiche di vendita ambulanti in spiaggia una concorrenza sleale e una scorrettezza sotto ogni punto di vista dall'evasione fiscale totale, al danno economico/occupazionale per un territorio depresso che poco riesce a fare per mantenere in attività quelle realtà produttive che ancora reggono alla crisi.

"Nel pieno dell'estate 2015 si moltiplicano - sostiene Mario Armuzzi della Confartigianato di Ascoli Piceno e Fermo - i venditori ambulanti che migrano sul litorale tra mare e vie del passeggio per proporre la propria merce a bagnanti e vacanzieri. Oggetti di ogni tipo ma in gran parte contraffatti. Pensiamo soltanto che il giro d'affari dell'abusivismo che sfrutta gli immigrati produce un giro d'affari pari a mezzo punto percentuale di Pil, lo 0,45%. La contraffazione e il commercio abusivo in Italia valgono ben 7 miliardi di euro, un traffico illegale di merci, persone ed attività che mette in ginocchio la produzione di qualità e la sicurezza dei consumatori".

"Per questo - prosegue Armuzzi - lanciamo un forte appello ai Sindaci in primis, ai vigili urbani e alle altre forze dell'ordine preposte ai controlli affinché siano intensificati gli sforzi di monitoraggio delle coste come azione preventiva e di sequestro come azione di repressione del fenomeno. Auspichiamo altresì il coinvolgimento dei consumatori che, acquistando questo tipo di merce, alimentano un circuito criminale, un circuito fatto di illegalità e lavoro nero; ma questo è un livello culturale che richiede tempi più lunghi per essere raggiunto."

Confartigianato lotta contro la piaga della contraffazione e della falsa indicazione di origine. Questa modalità di produzione e correlato commercio del tutto irregolare e illegale compromette le attività delle imprese manifatturiere locali, che nel contesto produttivo ascolano e fermano rappresentano una solida base economica.
Se l'Italia è il primo paese europeo per quantità di merce sequestrata, quasi 100mila sequestri tra il 2008 e il 2013 e 335 milioni di pezzi contraffatti tolti dal mercato, le prospettive rimangono nere, con le proiezioni che vogliono il fenomeno in aumento su scala globale del 74,5% nei prossimi 10 anni.

18/07/2015





        
  



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