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Tutti gli uomini della San Benedetto Tennis Cup

San Benedetto del Tronto | Guida all'edizione 2015 del torneo di tennis sambenedettese

di Lorenzo Picardi

Damir Dzumhur

  La San Benedetto Tennis Cup riparte dalla promessa dello scorso anno: quella di migliorarsi. Senza paura di essere smentiti possiamo dire che l'impegno è stato mantenuto. Il torneo ha avuto un incremento del montepremi fino a 64.000 euro, oltre che l'ospitalità garantita ai giocatori. Ovviamente questo ha avuto una ripercussione positiva sulla qualità dei partecipanti al torneo.
Quest'anno, invece della solita schematica presentazione del torneo, vorremmo passare in rassegna quelli che secondo noi sono i motivi di maggiore interesse tennistico per seguire il torneo. Per quanto riguarda quelli extratennistici basti la cornice del CT Maggioni: un circolo (che il presidente Afro Zoboletti si è detto pronto a rinnovare) che si trova sul mare, nel cuore di una pineta e che ha una certa tradizione è un richiamo forte per pubblico - che, ricordiamo, non dovrà pagare per assistere alle partite - e giocatori.
Adesso passiamo ai nomi più interessanti di questa edizione del torneo (non ce ne voglia chi è stato omesso).
Damir Dzumhur: classe '92, giocatore in crescita (anche se questa settimana ha perso qualche posizione), è il detentore del titolo. Quest'anno lo abbiamo visto all'opera contro Federer sia al Roland Garros che a Wimbledon. Giocatore molto rapido con un ottimo tocco sia nelle volèe che, soprattutto, nelle smorzate e molto oculato tatticamente, anche se a volte gioca troppo lontano dalla linea di fondo. La sua pecca più grande al momento è la mancanza di potenza; se riuscisse ad aumentare la pesantezza della propria palla potrebbe compiere un ulteriore salto di qualità.
Benoit Paire: probabilmente il miglior giocatore del torneo. Partecipa ai challenger per risalire la classifica dopo che un brutto infortunio al ginocchio lo ha tenuto fermo per parecchi mesi; classifica che lo ha visto issarsi addirittura al numero 24 del mondo a fine 2013. Il paragone con Fognini è tanto abusato quanto opportuno: estremamente talentuoso, ma psicologicamente imprevedibile, motivo per il quale non possiamo indicarlo come il favorito indiscusso del torneo.
Daniel Gimeno-Traver: lo spagnolo, che beneficia di una wild card, si presenta come uno dei favoriti per la vittoria finale. La stagione in corso si sta rivelando positiva per l'iberico, quest'anno capace di raggiungere una finale in un torneo ATP (Casablanca) per la prima volta in carriera. Giocatore che si trova a sua agio sulla terra rossa, può vantare dei colpi da fondo molto incisivi. Piccola annotazione: è stato finalista a San Benedetto nel 2010, quando perse da Carlos Berlocq; magari ha accettato l'invito degli organizzatori ripensando anche a quella finale.
Alberto Ramos-Vinolas: uno degli altri favoriti alla vittoria finale, prima dell'ingresso nel tabellone di Gimeno-Traver era il numero 1 del seeding. Anche lui spagnolo, anche lui predilige la terra battuta, superficie con la quale il suo gioco si sposa alla perfezione.
Marco Cecchinato: uno dei giovani italiani che ha avuto il miglior processo di crescita nell'ultimo anno (gli altri li vedremo a breve). Classe '92, la sua corsa verso la top 100 mondiale (obiettivo ormai veramente vicino) ha coinvolto moltissimi appassionati di tennis. I suoi progressi sono evidenti, ma non ancora sufficienti, soprattutto dal lato del rovescio, colpo che gioca ad una mano e che da sempre è il suo tallone d'Achille, mentre dritto e servizio sono già oggi colpi molto incisivi. Se continuerà a lavorare con la determinazione che lo contraddistingue, potrà togliersi delle soddisfazioni in carriera.
Luca Vanni: la piccola favola di questo ragazzone di 30 anni ha sedotto molti e ricorda per certi versi la storia di Paolo Lorenzi, altro partecipante di spessore del torneo. Infatti "Lucone" con qualche anno di ritardo è arrivato a vivere la miglior stagione della propria carriera, ben figurando anche nei tornei dello Slam a suon di mazzate da fondocampo e soprattutto di bordate al servizio. I risultati di quest'anno sono stati premiati con una fugace apparizione nella top-100.
Matteo Donati: probabilmente il prospetto migliore di cui il tennis italiano dispone, dopo i risultati del challenger di Todi ha fatto irruzione prepotentemente nei primi 200 del mondo. Classe '95, il ragazzo di Alessandria sembra avere tutti i colpi per poter arrivare nel tennis che conta: non solo dei fondamentali pesanti ed affidabili e un buon tocco, ma soprattutto una grande predisposizione alla lotta ed un atteggiamento mai rinunciatario. Che non sia crocifisso alla prima sconfitta: a 20 anni qualche frenata è inevitabile. L'anno scorso la San Benedetto Tennis Cup ha salutato l'ascesa del giovane Borna Coric, che quest'anno sia il turno di Donati?
Federico Gaio: probabilmente di lui gli appassionati avranno sentito parlare per la prima volta nel 2009 dopo la finale raggiunta al Trofeo Bonfiglio. Da quel momento però il suo processo di crescita non è stato regolare, ma nell'ultimo anno si sono visti miglioramenti importanti. Lo potremmo definire il gemello diverso di Cecchinato: classe '92, rovescio ad una mano (sicuramente migliore), probabilmente dispone di un gioco anche più vario ma sicuramente meno solido e più discontinuo. Per continuare la sua ascesa dovrà migliorare la sua tenuta mentale.
Adesso quindi lasciamo la parola al campo, sperando che anche lui mantenga le promesse fatte.

11/07/2015





        
  



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