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Piano regionale di edilizia residenziale 2014-2016

Ancona | La Giunta trasmette all’Assemblea legislativa la proposta. Canzian: “Scelte per superare le criticità e la tensione abitativa”.

Il Vice-presidente della Regione Marche, Antonio Canzian

Migliorare l'utilizzo del patrimonio immobiliare esistente per un minor consumo del suolo non urbano, investimenti nelle aree a tensione abitativa elevata, recupero energetico degli edifici esistenti, cantierabilità e speditezza degli interventi, facilitazioni del mercato finanziario. Sono gli obiettivi della proposta del Piano di edilizia residenziale 2014-2016 che la Giunta regionale ha inviato all'Assemblea legislativa per l'adozione. La programmazione del prossimo triennio può contare su una disponibilità stimata di 50 milioni di euro: risorse che proverranno dalle economie degli anni pregressi e dal reinvestimento delle vendite di una quota del patrimonio immobiliare Erp (Edilizia residenziale pubblica), composto da 15 mila abitazioni distribuite su tutto il territorio regionale, di cui 4 mila sono di proprietà delle amministrazioni comunali.

"La normativa regionale di settore, con l'avvenuta istituzione dell'Ente regionale unico per l'abitazione pubblica delle Marche (Erap), ha previsto un'unica regia per programmare le politiche abitative - evidenzia il vicepresidente e assessore all'Edilizia Pubblica, Antonio Canzian - Una scelta che si è rilevata lungimirante, specie in questo momento di eccezionale difficoltà per la finanza pubblica e per il comparto edilizio. La Regione può quindi pianificare tutti i fondi disponibili, superando le logiche locali, ma con una visione d'insieme che abbraccia tutte le criticità evidenziate, in particolare nelle aree a maggiore tensione abitativa". Il Piano triennale prevede interventi sulla parte inutilizzata, per carenza manutentive, del patrimonio Erp. Si tratta di immobili realizzati, per lo più, nei primi decenni del dopoguerra, con tecnologie costruttive tradizionali, senza particolare attenzione al contenimento dei consumi, dato l'allora basso costo dei combustibili fossili.

La programmazione propone interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica che potranno beneficiare dei finanziamenti europei, con un impatto significativo sul piano occupazionale e senza gravare sul bilancio regionale. Altri interventi andranno a sostegno del settore edilizio attraverso un incremento dell'offerta di abitazioni a canone moderato e soluzioni innovative, come l'affitto con patto di futura vendita (rent to buy): in questo modo si punta a ridurre l'elevato numero di alloggi ultimati e invenduti che appesantiscono il mercato edilizio e il sistema delle imprese edili. Un capitolo della programmazione viene dedicato all'alienazione e al reinvestimento dei proventi delle vendite di alloggi pubblici. Il 60 per cento delle nuove assegnazioni avviene su appartamenti già locali che si rendono liberi a seguito della mobilità degli assegnatari o per decadenza.

Il Piano individua un contingente minimo di alloggi da alienare, in grado di garantire risorse adeguate per nuovi investimenti, senza compromettere l'equilibrio economico del patrimonio Erap. Un altro capitolo riguarda l'edilizia sperimentale, con lo sviluppo di iniziative come la co-residenza (servizi condivisi) e la domotica. La proposta, infine, prevede che eventuali risorse aggiuntive o economie vengano destinate a incrementare i fondi per l'accesso alla prima casa tramite la formula dell'affitto con riscatto. Il programma triennale, nella parte introduttiva, disegna un quadro del disagio abitativo e occupazionale. Ne emerge che il problema della casa costituisce uno dei principali fattori di criticità. A livello nazionale, più di una famiglia su dieci vive oggi in condizione di povertà "relativa" e una su venti "assoluta".

Il 72,4 per cento delle famiglie è proprietario dell'abitazione in cui vive e l'8,6 per cento dispone di una casa ad altro titolo, senza garanzie di permanenza a lungo termine. Attualmente il 18 per cento delle famiglie risiede in affitto e sono quelle a basso reddito. L'edilizia pubblica risponde alle loro esigenza per una quota del 4 per cento del patrimonio abitativo e un quinto del mercato dell'affitto: percentuali tra le più basse a livello europeo. Il mercato privato ha prodotto aumenti dei canoni oltre il 100 per cento nell'ultimo decennio, raggiungendo livelli insostenibili per molte famiglie. Sul fronte dell'occupazione edilizia, si sono registrati flessioni consistenti su tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione dell'Emilia Romagna, dove ha influito la ricostruzione post terremoto. Nelle Marche, negli ultimi quattro quadrimestri (2012-2013) rispetto ai precedenti (2011-2012), la diminuzione ha interessato circa duemila lavoratori, con una variazione negativa del 4,8 per cento.

08/07/2014





        
  



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