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“Mettete giù le mani dalle Marche!”

Ascoli Piceno | Legambiente lancia l’allarme: “Un nuovo elettrodotto di 380 kV minaccia il Piceno”.

di Martina Oddi

"Un attacco ambientale alle Marche di origine speculativa come non se ne ricordano a memoria d'uomo". Così Peppe Giorgini - candidato alle ultime amministrative sambenedettesi con il Movimento 5 stelle e attivista del Comitato No Gas - da all'ignara città ascolana la notizia che un nuovo elettrodotto lungo 140 km, che raddoppia la potenza di quello esistente, è già in fase di approvazione del VAS - valutazione dell'impatto ambientale strategico, dopo essere stato sancito dalla giunta regionale nel 2007. Si estenderà da Fano a Teramo, passando per l'ascolano e toccando i comuni di Acquasanta, Amandola, Ascoli, Comunanza, Force, Palmiano, Roccafluvione e Venarotta, e attraverserà ben due parchi naturali, i Sibillini e i Monti della Laga.

Oltre al devastante impatto ambientale, determinato da tralicci alti 50 metri introno ai quali ci sarà un cordone di sicurezza di 100 metri, preoccupano i danni per la salute. L'impianto genererà un campo elettrico, i cui effetti la distanza potrà annullare, e un ben più pericoloso campo magnetico - per il quale nulla può il cordone di sicurezza - foriero di gravi disturbi della salute, tra i quali la leucemia, soprattutto nei bambini. Giorgini annuncia battaglia, insieme al vicepresidente di Legambiente Ascoli, Paolo Prezzavento, contro tutti coloro che nutrono appetiti loschi per il business dell'energia nella regione marchigiana.

Due rigasificatori off shore, uno a Recanati e uno a Falconara; una centrale biomasse a Schieppe; tre turbogas, a Corinaldo, a Falconara e a San Severino; il deposito di stoccaggio del gas di San Benedetto, una torcia al plasma a Castel Di Lama, una centrale biomasse alla Sentina; uno stoccaggio di CO2 a Senigaglia e ben sei impianti maxieolici - a Fabriano, Sassoferrato, Pergola, Cagli, Apecchio e Urbania. Nel giro di pochissimi anni si moltiplicano i progetti, e solo pochi sono in fase di realizzazione, in barba al PPAR, Piano Paesaggistico Ambientale Regionale approvato nel 1989 per tutelare le bellezze del territorio.

Che dietro il proliferare di impianti ci sia un progetto ambizioso della Terna - braccio operativo dell'Enel - coadiuvata da altri portatori di interesse, come la MT3 - finanziaria del Gruppo Merloni attiva nel maxieolico - Giorgini lo dice senza giri di parole, arrivando a supporre l'intenzione di creare un grande polo energetico abile ad acquistare la materia prima a basso costo dalle centrali nucleari francesi e a rivenderla a caro prezzo agli ignari utenti. Baricentrica risulterebbe, a tal fine, la posizione delle Marche, in particolare del versante ovest, strategico nella geografia di un business che abbia come raggio d'azione il Bacino del Mediterraneo, dai confini della Penisola fino alle coste africane.

"Gli abitanti del nord della regione si sono attivati per richiedere un risarcimento preventivo concentrato sul danno agli immobili in termini di svalutazione. Inviteremo i cittadini dei comuni interessati a fare lo stesso" è il monito di Giorgini e Prezzavento. Si tratti di "una sceneggiatura speculativa" o di fanta politica, sta di fatto che alle Marche non resta che il turismo, e non saranno certo delle multinazionali sensibili ai guadagni facili a deturpare il patrimonio della nostra gente.

27/03/2012





        
  



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