San Benedetto declassata, Piceno più isolato
San Benedetto del Tronto | Mentre il costo del biglietto aumenta, il servizio continua a peggiorare.
di Luigi Oddi

Eurostar
Dopo i tagli di Trenitalia, i giornali locali riportano la notizia del recupero dei treni locali soppressi e dei tentativi in corso di recuperare le fermate di alcuni treni di lunga percorrenza. Si sta trattando per ridurre i tagli lungo la dorsale adriatica, salvando Ancona ma penalizzando Pesaro ma soprattutto San Benedetto. Perse ormai tutte le fermate degli Eurostar Freccia Bianca, San Benedetto è declassata a stazione di serie B in cui fermano solo Intercity e Regionali. Questo significa che per i collegamenti con le grandi città del nord e del sud - Bologna,Milano,Torino,Bari,.. - i tempi di percorrenza sono maggiori e occorre fare uno o più cambi treno. Mentre il costo del biglietto aumenta, il servizio continua a peggiorare.
In altre parti dell'Italia cresce l'Alta Velocità, da noi invece siamo passati dagli Eurostar(4,5 ore per Milano, carrozza Ristorante) agli Eurostar City e ora ai soli Intercity ( più di 6 ore per Milano su carrozze vecchie e non proprio...accoglienti).
Disagi pesanti che colpiscono tutti gli utenti: lavoratori, studenti, turisti, operatori economici.. Scelte e decisioni che penalizzano non solo San Benedetto ma un intero territorio (la provincia di Ascoli, la parte sud della provincia di Fermo e quella nord della provincia di Teramo) i cui abitanti gravitano,anzi gravitavano sulla stazione di San Benedetto,in quanto baricentro dell'area più distante da Ancona e Pescara.
Il Piceno in particolare rischia un vera e propria emarginazione vista la situazione delle infrastrutture: l'Autostrada ancora per anni piena di cantieri; l'Aeroporto di Ancona praticamente inesistente.
Di fronte alla situazione ormai insostenibile e che continua ad aggravarsi,manca ancora una reale e concreta presa di coscienza dell'impatto di tale declassamento sullo sviluppo del territorio. Al grido di allarme più volte lanciato da Confindustria Ascoli non ha fatto seguito nulla di concreto: Enti Locali, Amministratori,Rappresentanti di categoria,Parlamentari,Partiti si sono limitati a dichiarazioni di circostanza " rinviando il problema alla competenza della Regione ". Non si è mai riusciti a prendere qualche iniziativa concreta, a differenza di altre realtà territoriali che invece hanno dato vita a delle vere e proprie mobilitazioni generali, riuscendo a farsi sentire da Trenitalia.
Se anche questa volta non faremo nulla e subiremo supinamente queste penalizzazioni, il ridimensionamento della stazione di San Benedetto proseguirà nei prossimi anni, eliminando di fatto una delle infrastrutture più importanti per lo sviluppo economico,turistico e sociale del nostro territorio.
È il momento di fare qualcosa di concreto: un Consiglio Comunale di San Benedetto e/o un Consiglio Provinciale aperti a tutti i Sindaci del Piceno e ai rappresentanti di tutte le Associazioni e Categorie per una denuncia forte e per condividere un Piano d'azione mirato,del quale i due Enti territoriali suddetti dovrebbero essere referenti. Una raccolta firme e/o l'invio di una valanga di email a Trenitalia da parte di cittadini della dorsale adriatica ,che essa sta gradualmente trasformando in cittadini italiani di serie B. Una manifestazione alla Stazione di San Benedetto potrebbe permettere a tutti i cittadini di esprimere il proprio dissenso verso Trenitalia e di verificare quali Amministratori Locali, Parlamentari,Consiglieri Regionali,Associazioni di Categoria ritengono importante o meno affrontare realmente il problema. Come da tempo dicono in diverse sedi tante persone sensibili a questi problemi, l'importante è fare qualcosa e cominciare a farlo subito.
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23/12/2011
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