Lunedì il primo colpo di spugna al decreto legge che il governo con malcelati fini elettorali aveva proposto per il diritto di superficie alle concessioni di spiaggia. "Avevano sparato 99 anni, poi ridotti a 20 subito dopo il confronto elettorale" dice Antimo Di Francesco. "E martedì voteranno il maxiemendamento che stralcia le speranze degli operatori balneari e non solo. Mettendoci sopra il voto di fiducia a cui sarà chiamata tutta la maggioranza, e non solo il Governo" spiega l'On. Luciano Agostini (che accusa di infamia le ingiuriose insinuazioni di Ciccioli sulla nomina di Canducci da parte di Gaspari - di cui pronta è stata la reazione con una querela).

La temuta direttiva europea legifera anche nei confronti degli ambulanti e dei cantieri, prevedendo la restituzione nel 2015 degli spazi demaniali concessi e l'istituzione di una gara. Voluta in una logica di libero mercato e di abbattimento dei vantaggi in termini di concorrenza, sarà applicata in tutti gli stati membri, fra i quali solo l'Italia lamenta questo anomalo effetto boomerang.

"Il governo ha promesso soluzioni straordinarie e ora lascia gli operatori che hanno investito per anni e intere famiglie su lastrico" spiega Paolo Perazzoli. E continua: "dobbiamo formulare una proposta di legge quadro in accordo con lo Stato, la Regione e i portatori di interesse. Appellandoci a norme in linea con il principio della tutela della microimpresa, che l'UE ha più volte dichiarato di professare".

Ed ecco allora che "Il PD sta già lavorando a una bozza di legge e si apre ai suggerimenti e agli apporti dei cittadini per trovare soluzioni normative che rendano l'applicazione della direttiva europea compatibile con le esigenze dei concessionari" annuncia Emidio Mandozzi. La battaglia sarà anche parlamentare, martedì, ma si tratta di un "tentativo velleitario" secondo Agostini.

"Una politica decadente e fallimentare, un Governo bocciato dal confronto elettorale, sia alle amministrative che sul referendum, che non sa trovare risposte ai problemi reali dei cittadini" attacca Di Francesco. Sparando a zero su "un Governo non più rappresentativo alla luce della nuova aria di cambiamento, che si respira in tutta la Nazione".

Dove un PD determinato a vivere un ruolo di protagonista nell'aggregare le forze della sinistra e tenerle in vigore durante la prossima inevitabile alternanza ai vertici può guidare un Paese che alza la testa al grido di un solo leader - che non può affrontare la crisi senza un background economico di altissimo livello. Verso un solo futuro: quello dello sviluppo ecosostenibile e solidale del Paese. Ospitale e integrato come purtroppo non è oggi.