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Giovani e politica - Parte 1

San Benedetto del Tronto | Parte oggi la serie di interviste ai giovani che si presenteranno alle prossime elezioni comunali. Cominciamo con Giulia Rosini, 18 anni, della lista "Città Aperta".

di Lorenzo Picardi

Giulia Rosini, candidata con la lista "Città Aperta"

Innanzitutto, cosa ti ha spinto a diventare politicamente attivo candidandoti come consigliere comunale?
Sin da bambina sono vissuta in un ambiente dove di politica se ne parla tanto, quindi è sempre stata una parte fondamentale dei discorsi a tavola. La motivazione che mi ha spinto a candidarmi non è quella di emulare mio padre, che ha fatto e fa politica, ma il desiderio di rendermi attiva politicamente, a differenza di molti altri giovani, poco attratti ed interessati dalla politica così come è presentata oggi. I ragazzi si devono appassionare per interessarsi alle cose, e la politica oggi non appassiona.

Per te la politica è un’esperienza strettamente legata al presente o speri abbia un seguito nella tua vita futura?
Un futuro in politica non lo escludo; se riuscissi a garantirmi una stabilità politica ed economica sarebbe interessante. Non chiudo nessuna porta.

Per un politico ritieni ci siano delle competenze imprescindibili oppure si può contribuire anche con le proprie specifiche conoscenze?
Penso che ogni volta che ci proponiamo a scuola, a lavoro, noi facciamo una sorta di esercitazione alla politica. Fare politica significa portare idee ed amministrare. Se una persona ha delle buone idee e riesce ad organizzare quello che è il suo quotidiano e la sua vita personale, credo che possa fare politica.

Come vedi il ddl proposto dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni per abbassare l’età minima dei deputati da 25 a 18 e dei senatori da 40 a 25?
Mi fa molto piacere, è molto interessante. Non penso che i giovani a 18 anni non siano pronti per essere eletti. Se possono votare, possono anche essere votati. I giovani devono essere rappresentati da qualcuno; per portare idee nuove bisogna anche avere facce nuove in politica. Mi è dispiaciuto sentire alcuni ragazzi che, intervistati, hanno ritenuto che a 18 anni non si possa essere pronti; è sintomo di mancanza di fiducia in se stessi.

Ad oggi sei, comunque, ancora impegnato negli studi. Percepisci la difficoltà di trovare lavoro indicata da molti sondaggi oppure no? 
Sicuramente si avverte questo disagio dei giovani, anche se io personalmente vivo ancora fra le mura di casa e non percepisco appieno questa problematica, però credo che alcuni giovani si ripieghino su se stessi, si avviliscano; forse manca un po’ di voglia e si gioca un po’ troppo su certi luoghi comuni, come quello degli stranieri che tolgono posti di lavoro ai giovani, mentre si impiegano semplicemente in lavori che chi non va all’università non vuole fare.

Se fossi sindaco di San Benedetto, cosa ti piacerebbe cambiare o migliorare della città?
Feste, feste… (ride). Scherzo. Partendo dal presupposto che San Benedetto mi piace moltissimo, credo che non vadano fatti grossi stravolgimenti, ma semplicemente alcuni miglioramenti, per esempio per l’ambiente, lo sport e la scuola. La priorità la darei però al servizio dei mezzi pubblici: farei delle corsie riservate per i mezzi pubblici, prendere i taxi oggi è molto caro, aumentando il numero di navette. Mi piacerebbe anche che fossero costruiti spazi appositi per sport alternativi, come per esempio lo skateboard, molto praticato.

E nel sistema politico italiano in generale, avendone la possibilità, apporteresti modifiche?
Il sistema politica di per sé è buono, secondo me, però ancora una volta ripeto che bisognerebbe svecchiare la classe politica italiana, anche per poter rappresentare una fascia di età più estesa. Lo ha detto anche il nostro presidente Napolitano che c’è bisogno di giovani nel dare energie fondamentali per il nostro paese.

Per concludere: cerca di persuadere i lettori a puntare sui giovani in politica e, più in generale, in ambito lavorativo.
I giovani, quando si mettono in gioco in una determinata attività, lo fanno perché sono realmente interessati, perché sono appassionati. Non pensano al risvolto economico, lo fanno veramente con la convinzione di aiutare e rendersi utili. Non mi piace sentir dire che i giovani di oggi sono privi di valori; semplicemente hanno qualche libertà in più e hanno più conoscenze. Poi è normale che ci siano elementi negativi, ma quelli non sono mai mancati e non mancano in nessuna categoria.

Abbiamo terminato, grazie di tutto
Di niente!

05/05/2011





        
  



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