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Anche i Cobas intervengono su Piceno Consind

Ascoli Piceno | I comitati di base per il pubblico impiego fanno una lunga e dettagliata analisi della situazione del consorzio che sta dividendo la politica locale.

La sede del Piceno Consind

Negli ultimi tempi il Piceno Consind, il Consorzio industriale costituito da 30 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno, è balzato spesso agli onori o meglio ai disonoridella cronaca locale.

Secondo la delegazione provinciale Cobas Pubblico Impiego è arrivato il momento di fare chiarezza e di restituire il quadro concreto dei fatti, a vantaggio sia degli amministratori locali sia dei cittadini del Piceno.

Secondo il sindacato bisogna precisare che il Consind è un ente pubblico, non certo una società partecipata da enti locali e il suo personale è
iscritto all'Inpdap, l'Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti della pubblica amministrazione. Gestisce sei agglomerati industriali con le relative infrastrutture (ad es. l'Asse attrezzato nella zona industriale di Ascoli Piceno), un acquedotto e svolge diversi servizi amministrativi e informativi di tipo pubblico a favore delle imprese. Inoltre, possiede due depuratori che sono stati affidati ad altrettante società esterne.

"Da qui è nato l'acceso dibattito sulla deficitaria gestione del servizio di depurazione - spiega Cobas P.I. in una nota - che ha accumulato debiti piuttosto che generare ricavi".

Il nodo cruciale della discussione sul Consind è: poiché l'ente è fortemente indebitato, conviene optare per il suo rilancio oppure per la sua messa in liquidazione con il conseguente trasferimento delle relative funzioni?

"Nel caso si concretizzasse la seconda ipotesi - si legge ancora nel comunicato - le amministrazioni comunali si dicono preoccupate di dover mettere mano ai già provati bilanci comunali per provvedere all'eventuale pagamento dei debiti a carico del Consind. Ebbene, si può evidenziare subito che una parte consistente del debito può essere ripianata dalla vendita dei beni che l'Ente possiede e che, attraverso un piano oculato di trasferimento delle funzioni, la situazione debitoria può essere abbattuta in maniera decisamente significativa. Nel contempo, si possono generare le condizioni affinché gli enti che assorbiranno le funzioni trasferite possano garantire lo stipendio ai dipendenti del Consind inglobati, senza gravare sul proprio bilancio. Ad esempio, gli introiti derivanti dalle affissioni pubblicitarie coprono
quasi due stipendi".

In ultima analisi, se il Governo centrale ha elargito somme molto consistenti
per arginare il fenomeno dei rifiuti della Campania, perché il Piceno non dovrebbe essere altrettanto sostenuto? Non dimentichiamo che la depurazione implica lo smaltimento di rifiuti, peraltro pericolosi!

L'altra ipotesi sulla sorte del Consind riguarda il suo risanamento con il contestuale rilancio. "Se le amministrazioni comunali sono motivate nel proseguire la mission dell'Ente - dichiarano da Cobas P.I. - devono analizzarne
attentamente i dati contabili quali la tabella delle entrate e delle spese negli ultimi 5 anni, il prospetto completo della situazione debitoria e l'entità dei crediti spettanti. Dopo le necessarie valutazioni, potranno emergere le prospettive per il risanamento del Consind che si basano sulla rinegoziazione dei rapporti sia con le banche sia con le società che gestiscono i servizi di depurazione e sul potenziamento in chiave produttiva delle funzioni di competenza, senza dimenticare le esigenze espresse dagli imprenditori e dagli altri soggetti del territorio come le associazioni di categoria".

Per quanto concerne il rilancio del Consind al servizio dello sviluppo economico del Piceno, secondo Cobas Pubblico Impiego è necessario che si stabiliscano le azioni più idonee per realizzare iniziative realmente orientate alla promozione del territorio.

"Il Settore Servizi per le Imprese e Marketing Territoriale del Consind
predispone da anni progetti in tal senso, quindi è auspicabile che ci sia una forte volontà decisionale da parte degli amministratori allo scopo di selezionare le iniziative più meritevoli. Dobbiamo, però, dare atto di un tasto dolente. Il Consind è stato eliminato dall'elenco degli enti pubblici che beneficiano dei finanziamenti regionali relativi alle misure della programmazione europea. Ne consegue che l'Ente non potrà presentare più una richiesta di contributo come, ad esempio, per un progetto di sviluppo sulle aree produttive ecologicamente attrezzate e, neppure,
potrà accedere ai finanziamenti per le proprie infrastrutture pubbliche di cui ha finora beneficiato".

Ci sarebbero delle soluzioni da adottare in proposito ma, in ogni caso, l'autonomia amministrativa dell'Ente ne risulterebbe compromessa.

"Infine - conclude Cobas P.I. è doveroso rivolgere un invito, da una parte, agli amministratori del Piceno e, dall'altra, alla FP CGIL della Provincia di Ascoli Piceno per coinvolgere tutto il personale del Piceno Consind in un percorso collaborativo teso al confronto sul futuro dell'Ente. Un terzo dei dipendenti non è iscritto alla FP CGIL, ma dovrebbe comunque avere il diritto di partecipare alle riunioni nelle quali si discute della delicata situazione del Consind e, almeno, dovrebbe essere informato in merito alle
delegazioni in visita presso alcuni Sindaci, invece di venirne a conoscenza dai quotidiani. Ogni Sindacato deve tutelare tutti i lavoratori, senza operare discriminazioni di sorta. Del resto, diversi dipendenti iscritti alla FP CGIL auspicano che anche gli altri colleghi siano invitati alle riunioni che affrontano temi di interesse comune. Non è più ammissibile che si creino dei gruppi autonomi: è arrivata l'ora di cooperare in un'ottica di condivisione di intenti. Tutti i lavoratori del Consind sono nella stessa barca e, sfortunatamente, non si tratta di un lussuoso yatch".

17/02/2011





        
  



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