Lo sviluppo della citta': gli spazi delle aggregazioni
San Benedetto del Tronto | Mazzocchi:"In questi giorni assistiamo, sempre di più, a esternazioni più o meno comprensibili sui temi dell'urbanistica , più o meno veritiere, sicuramente dettate da passione e buone intenzioni".
di Emanuela Mazzocchi

Manuela Mazzocchi in una foto d'archivio
Vorrei fare un momento di riflessione e parlare dell'urbanistica e delle cose che più mi appassionano: gli spazi comuni i cosiddetti standard, per fare questo però devo fare necessariamente un passo indietro.
L'Italia che usciva dall'ultima guerra, era un paese di miseria e di arretratezza , dopo la guerra e soprattutto dopo il ventennio fascista. Iniziò la ricostruzione, sicuramente avrete nella mente le immagini dei casermoni anonimi e tristi delle periferie urbane, dei quartieri recintati e chiusi, degli insediamenti nei quali i bambini venuti in città dalle campagne non sapevano dove giocare.
E avete visto, per converso, come quel popolo, quei cittadini vivessero prima nei paesi "poveri ma accoglienti", dove le piazze, gli spazi pubblici erano i luoghi nei quali la comunità si riconosceva come tale, e l'uomo si sentiva parte di una società.
Fino all'emanazione della legge 1150/'42, che è ancor oggi la legge fondamentale in materia urbanistica, ogni volta che un comune italiano riteneva necessario formare un piano urbanistico procedeva secondo regole e norme stabilite caso per caso. La legge del 1942 pose particolare attenzione all'attuazione delle scelte della pianificazione prevedendo, in particolare, la possibilità da parte dei comuni di espropriare aree "entro le zone d'espansione dell'aggregato urbano" definite dal PRG per consentire di governare davvero l'espansione delle città.
Essa però non fu adoperata anche a causa degli eventi bellici e poi, nell'immediato dopoguerra, fu volutamente messa in archivio sulla base della "filosofìa" della rincorsa dell'emergenza e del privilegio dei meccanismi "spontanei" del mercato.
Carlo Doglio, il sociologo bolognese, apostolo del riscatto della "povera gente,"chiamato a lavorare nell'immediato dopoguerra a Ivrea, diventata oggetto di una serie di interventi patrocinati da Adriano Olivetti, individua, negli anni della ricostruzione, con molta precisione il nocciolo dei valori che la storia sociale ha depositato nella città e che non devono essere perduti, dei valori che nella città moderna (anche quella voluta con le migliori intenzioni) rischiano invece d'essere smarriti, gli spazi delle aggregazioni.
Sono dovuti passare quasi tre lustri prima che la consapevolezza evocata da Doglio diventasse norma e strumento. Ci provò, con grande coraggio, il democristiano Fiorentino Sullo, ministro dei lavori pubblici, attraverso la commissione presieduta da Zaccagnini , si ispirò a certe misure adottate dal governo laburista.
In sintesi, lo schema Sullo modificava profondamente il regime proprietario delle aree: di proprietà privata restavano soltanto una parte delle aree edificate, le altre aree - edificate o edificabili - passavano gradualmente in proprietà dei comuni, che cedevano ai privati il diritto di superficie per le utilizzazioni previste dai piani.
La proposta di legge naufragò, e si arrivò alla "legge ponte" (765/67) che si propose appunto come momento di transizione tra la vecchia legislazione urbanistica e quella nuova limitando le possibilità di edificazione nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici e introducendo gli "standard urbanistici", stabilendo cioè che in tutti i piani urbanistici si dovesse prevedere la presenza di adeguati spazi per le esigenze collettive: il verde e lo sport, le scuole, le attrezzature per la vita civile, la sanità, il commercio, il culto, i parchi urbani e i parcheggi.
Era lo sforzo di soddisfare le esigenze della vita sociale delle donne e degli uomini, di dare risposta alle domande che salivano dai settori avanzati delle collettività.
Purtroppo, nonostante le buone intenzioni questo avveniva attraverso una sperequazione tra chi aveva amici in Comune, o buone entrature politiche....ottenendo di edificare la propria area, e chi si trovava un'area tramutata in area verde senza nessun diritto edificatorio, che vincolata valorizzava le proprietà private altrui, soprattutto a causa di previsioni a standard non realizzate da parte delle amministrazioni.
Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, le città hanno ancora fame di standard, ma diventa sempre più difficile l'approvigionamento, mentre le leggi che governano l'urbanistica tendono sempre di più a rimuovere la sperequazione tra aree edificabili e verdi, in virtù dell'idea che tutti maturano diritti edificatori, ma tutti devono partecipare alla costruzione degli standard.
L'arma degli espropri è un'arma spuntata, troppo difficile monetizzare per ottenere quegli spazi, le casse comunali sono vuote e troppo caro comprarle, purtroppo gli standard scadono e quelle aree diventano edificabili.
La modifica dell' art. 48 a S.Benedetto ha trasformato gli standard urbanistici scaduti e da risarcire a norma di legge, in vincoli conformativi senza scadenza, con un limitato potere edificatorio. Questo ci permetterà di realizzare gli standard, di consegnare scuole, case popolari ,verde attrezzato, servizi per gli anziani, asili nido piazze e parcheggi.
La valutazione politica vera in una città come San Benedetto è allora non tanto in termini di generiche previsioni di quantità urbanistiche, ma nella effettiva capacità di realizzazione dei servizi, nella quantità di edilizia sociale realizzata anche ai fini di una maggiore integrazione sociale, nelle possibilità offerte di contenimento dei costi della rendita e dell'energia, nelle opportunità di compatibile crescita economica, sociale e culturale.
Abbiamo un obbligo verso le nostre comunità, dobbiamo riconsegnare questi spazi della città, lo dobbiamo soprattutto alle generazioni future, spazi per giocare, per crescere, per diventare comunità.
|
07/12/2010
Altri articoli di...
Cronaca e Attualità
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
Project Work Gabrielli, i vincitori (segue)
800.000 euro per le scuole (segue)
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
Tre milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (segue)
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
San Benedetto
Una serata di emozioni e scoperte (segue)
Studenti omaggiano il Milite Ignoto (segue)
Samb: Serafino è il nuovo presidente! (segue)
Istituto Professionale di Cupra Marittima: innovazione a tutto campo. (segue)
Open Day a Cupra Marittima, al via il nuovo corso Web Community – Web Marketing (segue)
GROTTAMMARE - ANCONITANA 1 - 3 (segue)
SAN MARCO LORESE - GROTTAMMARE 1 - 0 (segue)
UGL Medici:"Riteniamo che gli infermieri e i medici debbano essere retribuiti dalla ASUR5" (segue)
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer

Una serata di emozioni e scoperte

Betto Liberati