Confcommercio ricorda il quarto anniversario del crollo di Tallacano
Ascoli Piceno | Il direttore Fiori commenta amaramente il fatto che dopo diversi anni dall'avvenimento, le imprese danneggiate gravemente dalla mancanza di acqua per diversi giorni, non sono ancora state risarcite.
Giorgio Fiori
Il commento sarcastico è del direttore Confcommercio, Giorgio Fiori che non avendo mai rimosso dalla memoria quei giorni di apprensione e di vera angoscia di fine 2007, vissuti vicino alle imprese associate, stigmatizza che "sebbene siano trascorsi ben 4 anni, ancora non si conoscono i veri responsabili degli ingenti danni subiti dai titolari di bar e ristoranti ed esercizi commerciali in genere i quali ancora oggi, come noi della Confcommercio, pretendono a ragione di essere adeguatamente risarciti".
"Abbiamo inizialmente tentato di percorrere - ricorda Fiori - la via della azione risarcitoria collettiva (per la prima volta si parlò di class action proprio del caso Ascoli) che poi accantonammo perché non ancora percorribile, così come poi non lo è più stata poiché queste azioni legali collettive pur se fattibili da Gennaio 2010, possono riferirsi ad illeciti verificatisi dal 16 Agosto 2009, con i fatti di Tallacano, tagliati dunque fuori".
"Attraverso un'indagine ricognitiva posta in essere a ridosso di quei giorni, - ricorda ancora il direttore Confcommercio - censimmo circa 70 imprese concretamente danneggiate dall'improvvisa mancanza di acqua le quali ancora oggi , attendono risposte a cominciare da quella di conoscere i nomi e cognomi dei responsabili a cui appunto richiedere i danni". "Non si dimentichi infatti che l'acqua dei serbatoi si esaurì ben presto per l'emergenza protrattasi per più giorni e che nonostante i tempestivi rifornimenti "volanti" alcuni pubblici esercizi furono costretti addirittura a chiudere, anche per l'inagibilità delle toilettes".
"Noi della Confcommercio - conclude Fiori - non abbiamo mai accusato nessuno di essere i responsabili di un tale disastroso evento e lo ribadisco a chiari note anche in questa circostanza, ma certamente non dimentichiamo ed attendiamo che si addivenga ad una ragionevole conclusione per la quale ci batteremo all'infinito anche se si dovranno attendere ancorai anni con il rischio, come accade troppo spesso in Italia, che alla fin fine non si trovi mai alcun colpevole".
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31/12/2010
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