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Waka Wiki(leaks)

San Benedetto del Tronto | Alla scoperta del sito che vuole mettere in crisi i rapporti internazionali

di Lorenzo Picardi

Il conto alla rovescia ha raggiunto lo zero. Non parliamo dell'anno nuovo, ma delle "scottanti" rivelazioni che il sito Wikileaks (niente a che vedere con Wikipedia e tutti gli altri Wikimedia) sta divulgando in queste ore.

Mentre iniziano a trapelare le prime notizie sul web (l'America che spia l'Onu? Berlusconi portavoce di Putin ed inetto?) molti si chiedono ancora: che diavolo è Wikileaks? Nato adoperando lo stesso software di Wikipedia (MediaWiki, in seguito abbandonato), il sito propone di mettere nel web documenti che possano mettere in luce i cattivi comportamenti di un governo (quello americano in primis).

Solitamente le fonti restano nell'anonimato, talvolta facilitando la possibilità di smentite da parte dei diretti interessati, cosa che già molti leader politici si stanno apprestando a fare, o comunque rendendo poco credibili i documenti (altri ci ridono su infatti).

La figura di riferimento di Wikileaks è Julian Assange; personaggio controverso, ricercato dalla Cia, denunciato per stupro, (anche se le accuse coincidono col periodo della pubblicazione, da parte del sito web, di documenti sulla guerra in Afghanistan, lasciando perplessità sulla loro credibilità) è difficile capirne le reali intenzioni: desiderio di giustizia o libidine nel provocare problematiche internazionali?

Quanto sia lecito usare questo mezzo per i propri fini è percepibile solo in relazioni alle informazioni diffuse: se vengono divulgate notizie che fanno emergere comportamenti scorretti di un uomo politico, come per esempio tentativi di corruzione o relazioni internazionali scorrette, l'uso di Wikileaks appare più che lecito; se invece viene dato risalto a notizie che riguardano simpatie ed antipatie personali interne al mondo politico (che non dovrebbero comunque influenzare le scelte di uno Stato), con il scopo di creare diatribe internazionali, allora in questo caso appare evidente che ci troviamo di fronte ad uno squallido strumento sovversivo.

Probabilmente non ci sarà questo gran scompiglio annunciato da Assange, proprio perché conviene a tutti rimanere in buoni rapporti nonostante le opinioni poco amichevole che ci sono fra molti leader politici, a meno che non si aspettasse un piccolo pretesto per attaccare (non necessariamente militarmente) un altro stato. Certo è che le notizie trapelate finora non dovrebbero compromettere a priori le relazioni internazionali, proprio in virtù del divario che deve esserci fra personale e politico, fra opinione e ruolo ricoperto.

29/11/2010





        
  



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