Una brutta storia di violenza
Ascoli Piceno | Non voleva accettare che la sua donna lo lasciasse, la sequetra e la stupra ripetutamente per metterla incinta.
Non accettava l'idea che la sua compagna volesse lasciarlo e, pensando che lei avesse già un altro, l'ha sequestrata, torturata e violentata ripetutamente. "Ti metto incinta così sarai mia per sempre", le ha detto dopo averla stuprata. Il malvivente è stato incastrato anche grazie alle intercettazioni.
La vicenda ha inizio la scorsa settimana quando una giovane donna ascolana, presenta denuncia in Questura contro il suo convivente, Silvio Capone, operaio con un paio di denunce alle spalle tra cui una per molestie nei confronti della ex moglie.
Capone, infatti, soggetto dedito all'abuso di alcol ed al gioco d'azzardo, non rassegnandosi alla decisione della donna di voler troncare la loro relazione affettiva, peraltro già costellata in passato da numerosi atti di prevaricazione e violenza, non solo rifiuta di abbandonare l'abitazione della compagna, ma, negli ultimi mesi, la sottoponeva ad una serie di maltrattamenti fisici e psicologici che culminavano in un gravissimo episodio di violenza.
Nel tardo pomeriggio del 23 giugno, infatti, il predetto, presumendo che la ragazza avesse nel frattempo allacciato una nuova relazione sentimentale con un suo coetaneo, totalmente accecato dalla gelosia, l'ha pedinata all'uscita dal lavoro. Poi, con manovre spericolate, ha bloccato con la propria auto quella della donna. Quindi, le ha rubato il cellulare e le chiavi di casa e l'ha costretta a seguirlo con la macchina.
Una volta a casa, Capone, in preda ad una furia cieca, dopo aver picchiato, insultato e minacciato la compagna, e dopo aver procurato una serie di danneggiamenti agli infissi ed al mobilio dell'appartamento, l'ha caricata di forza sulla propria auto per condurla in un luogo isolato di campagna, continuando ripetutamente a percuoterla durante il tragitto. Quindi la donna è stata costretta, con un bastone e sotto minaccia di morte, ad avere un rapporto sessuale completo.
In quei frangenti, inoltre, l'ha obbligata a chiamare telefonicamente il presunto rivale in amore e a dirgli di voler troncare con lui ogni tipo di rapporto.
Non pago, infine, ha ricondotto la donna a casa dove, in serata, la violenta per la seconda volta, urlandogli in faccia, ormai in preda ad una follia incontenibile, di volerla mettere incinta per legarla definitivamente a lui.
Solo l'indomani mattina, quando l'uomo esce per recarsi al lavoro nella convinzione di aver ormai sottomesso la compagna ai suoi voleri, la giovane, dopo aver raccolto alcuni effetti personali, trova la forza per fuggire dall'appartamento ed andare in ospedale.
Ai medici, che le riscontrano una serie di contusioni ed ecchimosi su tutto il corpo, la ragazza chiede anche la pillola abortiva.
Scatta la denuncia e, nei giorni a seguire, Capone, nel frattempo intercettato dalla Squadra Mobile che ne controlla ogni movimento, continua a minacciare di morte e a molestare telefonicamente sia la donna che il suo amico, persistendo ossessivamente nel cercare di rintracciarla e nel pretendere di farla tornare a casa.
Per questo le invia centinaia di chiamate e di messaggi e, pur di scoprire il nuovo domicilio dove ha trovato rifugio, giunge a telefonare al suo datore di lavoro, spacciandosi per un medico dell'Inps che deve effettuare una visita fiscale, e chiede dove poterla reperire.
Infatti, ieri sera, gli agenti di una Volante della Questura hanno intercettato ilmalvivente a bordo di un'auto vicino la nuova abitazione della donna.
Capone è stato sotooposto alla prova dell'etilometro dalla quale è risultato in evidente stato di ebrezza. Negli uffici della Questura, poi, l'uomo ha tentato di aggredire i poliziotti che gli stavano ritirando la patente e sequestrando l'auto, ma viene immediatamente immobilizzato ed arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
Per tutti questi fatti, il GIP del Tribunale di Ascoli, su richiesta della Procura, ha emesso nei confronti dell'uomo un'ordinanza di misura cautelare in carcere per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona, violenza privata, lesioni aggravate, minaccia grave, molestie, danneggiamento e furto. Ordinanza che gli è stata notificata questa mattina direttamente in carcere.
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02/07/2010
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Betto Liberati