Confindustria sugli impianti fotovoltaici: "troppe gabelle dai comuni"
Ascoli Piceno | Secondo la sezione "energia e nuove tecnologie" le amministrazioni hanno dei regolamenti che paralizzano le nuove fonti di energia.

Giovanni Cimini
E ancor di più obbliga a chiarire - una volta per tutte - i reali contenuti di una questione che rischia di essere oggetto di strumentalizzazioni e di prese di posizione prive di fondamento sia dal punto di vista scientifico che normativo.
Confindustria Ascoli Piceno ha da sempre considerato la "Green Economy" una opportunità di crescita per il sistema economico del Piceno che ben si concilia anche con la creazione di nuova occupazione: sono sotto gli occhi di tutti, infatti, le performance in "controtendenza" realizzate negli ultimi mesi da importanti realtà imprenditoriali impegnate a vario titolo nel settore delle energie rinnovabili.
Si tratta di una rete di imprese, nella maggior parte di piccole dimensioni, che hanno basato la loro crescita sulla costante introduzione di ricerca e di innovazione e che oggi rappresentano uno dei punti di forza del nostro tessuto imprenditoriale, tanto da rendere reale l'individuazione nel Piceno di un vero e proprio distretto delle nuove energie che le istituzioni, la Regione Marche e la Provincia in primis - non possono non riconoscere né tanto meno possono sottovalutare.
A questo proposito Confindustria Ascoli Piceno, sentito il direttivo della Sezione "Energia e Nuove tecnologie" ha decise adeguate contromosse - anche legali - rispetto ad alcuni regolamenti comunali che rischiano di paralizzare il mercato e di mettere in pericolo la sopravvivenza delle stesse aziende.
Infatti la recente emanazione di norme comunali che impediscono la realizzazione di impianti fotovoltaici nei terreni agricoli e soprattutto l'introduzione di nuove gabelle comunali per "compensazioni ambientali" a carico degli operatori economici sono del tutto inaccettabili e le aziende promettono battaglia su tutti i fronti.
Confindustria Ascoli Piceno ritiene che tali norme, infatti, contrastino con la normativa nazionale di riferimento e minacciano direttamente la libera iniziativa privata, in particolare quella degli stessi agricoltori per i quali, in una situazione di grave crisi finanziaria ed in assenza di una seria politica di sostegno, ogni prospettiva di reddito diventa - oggi più che mai - di vitale importanza.
Senza dimenticare i posti di lavoro: quelli "agricoli" creati dai campi fotovoltaici nella cura del verde, nella pulizia dei pannelli, nella sorveglianza e nella manutenzione elettrica, quelli "industriali" indispensabili per la progettazione, la ricerca e l'innovazione (ingegneri, architetti, periti, geologi, progettisti, geometri).
Ma il sostegno allo sviluppo dei parchi fotovoltaici deve trovare fondamento non solo da un punto di vista economico, visto che rappresenta un volano di rinascita dell'agricoltura tradizionale, ma anche da un punto di vista biologico - naturale, dato che il fotovoltaico può con gli anni ripristinare le caratteristiche fondamentali di fertilità, recuperando le varietà vegetali ed animali venute meno a causa di anni di coltivazione intensiva.
Confindustria Ascoli Piceno ritiene indispensabile evitare qualsiasi tipo di generalizzazione ed è favorevole all'introduzione di linee guida da condividere con istituzioni, ordini professionali e associazioni degli agricoltori, che disciplinino la realizzazione degli impianti fotovoltaici come è avvenuto peraltro in altre province italiane.
"E' quanto mai necessario ed urgente - afferma il Presidente della Sezione "Energia e Nuove Tecnologie" Giovanni Cimini - un confronto tra operatori ed istituzioni sul tema dei parchi fotovoltaici per una riflessione attenta e non affrettata con l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico del territorio e accrescere il benessere di tutti, nessuno escluso".
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28/06/2010
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