Mandozzi critica l'operato di Donati
Ascoli Piceno | "Donati, assessore del nulla per oltre due anni, si erge a paladino della nuova' politica, scaricando su altri la colpa della sconfitta alle elezioni amministrative, quando è stato lui stesso uno degli artefici a voler determinare quell'esito".

Emidio Mandozzi
E' proprio vero che non c'è mai limite al peggio. La riprova consta in alcune delle dichiarazioni, a mio parere meramente farneticanti, fornite dall'assessore regionale Sandro Donati (assessore per merito del Pd, è bene ricordare allo stesso) in occasione della sua presentazione nella nuova veste di candidato alle prossime elezioni regionali in quota Italia dei Valori.
Una nuova casa per una persona che ha dato mostra di possedere una sola "dote" (sic!), quella del trasformismo più becero, perché attuato in nome di un solo interesse: la sua poltrona!
Per Donati (purtroppo non un caso isolato in questa attuale fase politica) importa l' "io" e non certo il "noi". E per raggiungere i suoi scopi personali, è disposto a calpestare valori e dignità umane, pur di raggiungere la sua meta. Non sono altrimenti spiegabili le sue "mirabolanti" giravolte, alcune delle quali rese possibili grazie all'interessata complicità di qualche prim'attore istituzionale e politico, intento a scompaginare il quadro ascolano e piceno a tutto vantaggio personale e di altri territori. Dispiace in tutto ciò, che alla fine a rimetterci saranno i cittadini di questo martoriato Piceno, destinati purtroppo a recitare la parte dei sedotti ed abbandonati dalla politica (ma se la politica è questa, forse ci sarebbe da esserne contenti...)
Con quale faccia lo stesso Donati si ricandida, grazie ai suoi nuovi (e vecchi) sponsor, a rappresentare questa terra? Con quale faccia si ripropone di chiedere consenso, voti e fiducia ad un elettorato di centrosinistra, cui egli stesso ha remato contro in occasione delle elezioni provinciali ultime? Con quale presunzione pensa di ottenerli questi voti? Cosa ha portato la "sua" politica a questo territorio?
Lo sa Donati, che si candida in un partito che alle provinciali ha sostenuto, con forza e convinzione, Mandozzi Presidente? Ovvero lo stesso candidato Presidente a lui così tanto inviso e ritenuto uno dei "colpevoli" del Pd, cui adduce la propria motivazione del cambiamento di casacca.
Che politica è mai quella di un partito, o per meglio dire di qualche notabile di partito, che per un pugno di voti in più (poi in seguito vedremo quanti ne porterà Donati, di quello che viene considerato il suo "pacchetto" personale), non esita a gettare alle ortiche principi e convinzioni?
Pensavo che la politica fosse altro, che dovesse servire a fare altro che non i propri interessi personali. Pensavo, perché questo mi è stato insegnato nel corso degli anni, che la politica fosse mezzo, strumento di emancipazione dei cittadini. Pensavo. Pensavo, ma (evidentemente) sbagliavo, se il quadro, desolante per la verità, è questo che abbiamo di fronte. Moralità, etica, dignità: parole e concetti valoriali astratti per questa politica, di cui Donati si erge a paladino e di cui ostenta l'appartenenza senza minimamente curarsi di quanto gli sta attorno.
Cosa volete che importi al cittadino, se un Donati qualunque vesta la casacca del Pd piuttosto che dell'IdV? Importa cosa il Donati della situazione fa e si impegna a fare per risolvere i problemi, che in questo momento sono tanti, soprattutto nel Piceno. Il problema grosso però, è che il Donati (Sandro Donati), non ha mai fatto nulla per quel cittadino! Ed ora vuole continuare a circuirlo.
Il sottoscritto, sebbene forte di ben oltre 42 mila voti raccolti alle elezioni provinciali, ha deciso autonomamente di fare un passo indietro e di non candidarsi, per il bene del centrosinistra e del Pd. Ho deciso di fare un passo indietro, per far fare un passo in avanti al Pd ed al centrosinistra. Ma se il passo in avanti è questo, mi rendo conto che il mio "sacrificio" rischia di essere vano.
Emidio Mandozzi
Capogruppo Pd
Provincia di Ascoli Piceno
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03/02/2010
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