Nel giorno della memoria Renato Novelli ricorda un incontro particolare
San Benedetto del Tronto | era un ebreo francofortese che subì la confisca della villa dove la sua ricca famiglia abitava. Si mise a rintracciare, suonando i campanelli dei benestanti, alcuni beni sottratti in particolare il pianoforte del padre e un quadro caro alla madre.
di Renato Novelli

Il Prof. Renato Novelli
Nel giorno della memoria, vorrei ricordare una persona di cui non so neppure il nome. Nel mio periodo di studio all'Università di Francoforte, mi capitò di incontrare un anziano signore gentile, noto in città.
La sua storia: ebreo francofortese subì la confisca della villa dove la sua ricca famiglia abitava, visse gli anni della persecuzione nella Germania che gli tolsero tutto, anche la gioia semplice di gioire per la vittoria dell'Eintracht di Francoforte nel campionato nazionale. Poi il campo di sterminio, il senso di colpa per essere sopravvissuto, senza più parenti né amici.
L'emigrazione post - bellica, gli incubi ricorrenti, infine il ritorno in Germania con il sentimento della sua identità tedesca e la volontà di non farsene espropriare, perfino, a posteriori. Dagli anni sessanta in poi, da benestante, si era messo alla ricerca dei mobili pregiati e degli oggetti di grande valore contenuti nella villa di famiglia. Come pochi sanno, le case e gli oggetti degli ebrei venivano distribuiti a famiglie ariane, distintesi in "antisionismo" e patriottismo.
Il Signore gentile, con il fluire elegante del dolce accento tipico degli abitanti delle rive del Meno e del Reno, raccontava come avesse dedicato il proprio tempo e le proprie energie a rintracciare quelle proprietà intime dei suoi cari. Non cercava il furto delle finanze del padre, ma il pianoforte che il padre suonava, il quadro che la madre amava.
Identificate le famiglie beneficiarie, sparse in molti siti del paese, suonava ai campanelli del benessere prodotto dal miracolo economico della Germania Occidentale e si rivolgeva ai membri della famiglia sopravvissuti agli anni terribili, con due domande precise: "Avete ancora il.....(il mobile, il quadro o altra cosa) confiscato alla mia famiglia? Non lo chiedo indietro, non denuncerò nessuno. Vorrei solo sapere se vi vergognate.
Se c'è un Dio delle piccole cose, il vecchio signore era il suo profeta. Quella domanda bruciava e brucia per tutti noi perché ci porta alle radici più nascoste e coinvolgenti del consenso verso i crimini. Non solo in Germania, ma in ogni angolo d'Europa. Perché il nazismo e il fascismo furono inventati in Italia, vinsero in Germania, ma attraversarono con la deriva di ogni rispetto della persona, tutte i parlamenti e le piazze del nostro vecchio continente.
La sua storia: ebreo francofortese subì la confisca della villa dove la sua ricca famiglia abitava, visse gli anni della persecuzione nella Germania che gli tolsero tutto, anche la gioia semplice di gioire per la vittoria dell'Eintracht di Francoforte nel campionato nazionale. Poi il campo di sterminio, il senso di colpa per essere sopravvissuto, senza più parenti né amici.
L'emigrazione post - bellica, gli incubi ricorrenti, infine il ritorno in Germania con il sentimento della sua identità tedesca e la volontà di non farsene espropriare, perfino, a posteriori. Dagli anni sessanta in poi, da benestante, si era messo alla ricerca dei mobili pregiati e degli oggetti di grande valore contenuti nella villa di famiglia. Come pochi sanno, le case e gli oggetti degli ebrei venivano distribuiti a famiglie ariane, distintesi in "antisionismo" e patriottismo.
Il Signore gentile, con il fluire elegante del dolce accento tipico degli abitanti delle rive del Meno e del Reno, raccontava come avesse dedicato il proprio tempo e le proprie energie a rintracciare quelle proprietà intime dei suoi cari. Non cercava il furto delle finanze del padre, ma il pianoforte che il padre suonava, il quadro che la madre amava.
Identificate le famiglie beneficiarie, sparse in molti siti del paese, suonava ai campanelli del benessere prodotto dal miracolo economico della Germania Occidentale e si rivolgeva ai membri della famiglia sopravvissuti agli anni terribili, con due domande precise: "Avete ancora il.....(il mobile, il quadro o altra cosa) confiscato alla mia famiglia? Non lo chiedo indietro, non denuncerò nessuno. Vorrei solo sapere se vi vergognate.
Se c'è un Dio delle piccole cose, il vecchio signore era il suo profeta. Quella domanda bruciava e brucia per tutti noi perché ci porta alle radici più nascoste e coinvolgenti del consenso verso i crimini. Non solo in Germania, ma in ogni angolo d'Europa. Perché il nazismo e il fascismo furono inventati in Italia, vinsero in Germania, ma attraversarono con la deriva di ogni rispetto della persona, tutte i parlamenti e le piazze del nostro vecchio continente.
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27/01/2010
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