Movimento Difesa del Cittadino: si scelga subito il nuovo presidente del CIIP
Ascoli Piceno | Il Movimento per la Difesa del Cittadino invita le istituzioni ad abbandonare i giochi politici e nominare al più presto il nuovo direttore generale di CIIP s.p.a.
di Redazione
Il Movimento Difesa del Cittadino di Ascoli Piceno interviene nel dibattito relativo all'elezione del nuovo direttore generale di CIIP s.p.a. invitando le istituzioni a prendere coscienza del danno provocato alla collettività a causa della mancata investitura di un nuovo presidente. L'associazione chiede dunque che, dopo la scadenza del mandato e la mancata riconferma del direttore generale, si individui al più presto la nuova figura responsabile: "Tentare di cambiare le regole in corsa solo per battaglie politiche creerebbe lunghe transizioni e assenza di guida operativa, certamente dannose per il nostro servizio idrico".
Il MDC ricorda come alcune opere previste del Consorzio non siano mai state eseguite, nonostante il nutrito gruppo di professionisti interni ed esterni con il compito esclusivo di progettare ed eseguire i lavori previsti come prioritari. È il caso della "galleria dell'Ascensione", uno dei punti dell'acquedotto che richiede urgente intervento, per il quale CIIP ha già presentato progetti nel 2001 e nel 2004, approvati tempestivamente dall'ATO, ai quali però non hanno fatto seguito opere; dell'impianto di soccorso di S. Caterina nel fermano con progettazioni approvate da anni ed opere nemmeno appaltate; è il caso infine di tutte le opere rimaste sulla carta che vennero stabilite nel 2002 per fronteggiare le carenze idriche stagionali e per garantire il minimo approvvigionamento idrico.
Avendo seguito da vicino la vicenda della rottura del ponte-tubo di Tallacano del dicembre 2007, il MDC ritiene inoltre che il guasto si sia inserito nel quadro complessivo di omissioni di opere indispensabili. "Se si fosse provveduto con diligenza - dicono dal movimento - ad eseguire a Tallacano quello che proprio tecnici interni di CIIP s.p.a. avevano scritto già dal 2000, la rottura e le sue conseguenze sarebbero state di minore gravità e quindi anche i costi per il ripristino".
"Queste critiche fondate su dati oggettivi - precisano dal MDC - non hanno nulla a che vedere con la volontà di favorire la privatizzazione dell'acqua, ma esprimono invece l'orgoglio - ora deluso - che i cittadini ascolani e piceni sentivano per il loro acquedotto pubblico.
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11/01/2010
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