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La Madonna di Tibidabo, ha funzionato per Cunego, magari funzionerà anche per la Samb

San Benedetto del Tronto | Damiano Cunego vince con autorità l'ottava tappa della Vuelta. La Madonna di Tibidabo, in Spagna, è oggetto di un culto di religiosità profonda, ma fu Gianni Brera a collocarla tra le icone dello sport.

di Renato Novelli

A ciclisti, ciclofili, ciclologi, ciclomani, cicloamatori e amatori con ciclo: Gaudium magnum annunziatum est. In terra di Spagna la Madonna di Tibidabo, nota per merito di Gianni Brera come la protettrice dei poveri cristi, ha compiuto a distanza di 27 anni un secondo miracolo: allora, il giornalista più intelligente e lo scrittore più bravo della penisola salì al Santuario il giorno della partita Brasile-Italia per pregare il risultato ci fu.

Ieri, senza nessuna preghiera, Damiano Cunego ha vinto una tappa di un grande giro, cosa che non accadeva dal 2004. Ha attaccato nelle ultime rampe di una tappa di montagna il gruppetto dei senatori aspiranti alla presidenza della maglia giallo - oro (che mancanza di fantasia ci fu tanti anni fa in Andalusia), da Basso a Valverde, a Cadel Evans ed ha vinto con distacco modesto.

In classifica Cadel Evans veste la maglia gialla, Cunego che con rassegnazione (forse apparente) navigava verso a poco più di due minuti, verso la settantesima posizione, risale ad un minuto e venti, dietro Basso che è a 46 secondi dal non giovane australiano.

Nelle retrovie si perde Andy Schlek e dispiace per chi lo ricorda al Giro d'Italia di 4 anni fa, ventenne e secondo o negli ultimi due Tour de France con la maglia bianca del migliore e secondo nella classifica generale quest'anno. Forse vale la pena di seguire questa Vuelta.

Sul paino della politica ciclistica, la Gazzetta affaccia l'ipotesi che Basso abbia fatto alleanza con Cunego, a lui la vittoria finale e al Damiano delle speranze gettate con garbo in una gabbanella, spetterebbero tappe e soprattutto il Mondiale di Mendrisio (27 Settembre) dove trionfò un belga che parlava fiammingo e vallone (mettendo d'accordo le due "etnie" del Belgio, ammesso che in Europa si possa parlare di etnie), francese (come da scuola belga) di suo, più imparò italiano e spagnolo. Bossi lo considererebbe un degenerato senza patria e senza dialetto. Si chiama Eddy Mercks e noi vecchi non lo dimenticheremo mai.

Ma per ora, viva Cunego, figliol prodigo tornato a casa. Uccidiamo il vitello grasso e cerchiamo di seguire la Vuelta e preghiamo la Madonna di Tibidabo per la Samb. Potrebbe funzionare anche per noi.

Mi scuso perché la Madonna di Tibidabo è oggetto di un culto di religiosità profonda, ma fu Brera a collocarla tra le icone dello sport. Forse nella sua infinita bontà, sarà anche divertita.

07/09/2009





        
  



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