Non resteremo passivi
San Benedetto del Tronto | Dialogo immaginario fra due avversatori della RU486.
di Paolo Parigi

Ru-486
"Dottore, venga, dottore: miracolo!"
Di buon mattino, una novizia irrompe nello studio del dottor Buroni, scotendolo dal suo dormiveglia etilico.
"Chi è? Ah. E' lei suor Gigliola. Che ha da urlare così?"
"La statuetta della Madonna di Fatima nella sua stanza piange!"
"Non mi rompa l'anima con la statuetta: che ore sono?"
"Le cinque: è rimasto tutta la notte alla scrivania, un'altra volta. E inoltre... Gesù, ha svuotato un'altra bottiglia di scotch."
"Ecco cos'è questa nausea: è pronto il mio caffè?"
"Glielo porto subito. E' sconvolto anche lei perché hanno approvato la vendita della pillola abortiva, vero dottore?
"Anche, sorella, ma non è solo quello: stanotte ho ripercorso tutta la mia vita, e ho scolato fino alla feccia l'amaro calice dell'ingiustizia."
Suor Gigliola osserva con compassione il volto disfatto del dottore, poi con un sospiro gli strappa di mano la bottiglia vuota a cui è ancora aggrappato.
"Non faccia così. Si ricomponga. Si sciacqui la faccia. Ora arriva il caffè."
"Non la tazzina, la cuccuma, mi raccomando."
Rientrando col vassoio, trova il dottore appoggiato allo schienale della poltrona, lo sguardo perso nel passato, gli occhi acquosi di lacrime alcoliche, che di quando in quando tira su col naso.
"Ma le pare giustizia, questa, sorella? Trent'anni fa io ero un giovane medico con una brillante carriera davanti, e al primo aborto illegale che ho fatto tac!, mi hanno stroncato la carriera, processato e radiato. Se non facessi il consulente scientifico per questa casa di riposo non so come camperei... E oggi come oggi, sorella? Mi tocca riverire tutti questi miserabili praticoni in camice bianco, indegni pure di abbottonarmi i pantaloni, che si fanno belli con l'obiezione di coscienza, e poi dirottano le pazienti gravide nelle loro clinichette private... e nessuno che gli dice niente! Ma l'ipocrisia non era peccato mortale, una volta?"
Suor Gigliola fa un rapido ripasso sulle dita delle mani.
"Mi pare di no... vediamo, ira, lussuria, superbia... No, non c'è, dottore."
"Male, molto male!" Il dottor Buroni si leva in piedi, vacillando, e batte il pugno sul tavolo. "E adesso a cosa siamo arrivati, che queste svergognate dopo aver fatto i loro porci comodi si prendono questa pilloletta come se fosse un dimagrante o un lassativo e op, via il peso superfluo dall'addome. Ma è uno scandalo!"
Suor Gigliola si fa un guizzante segno di croce.
"E poi è pericolosissima, dottore: pare che 29 donne ne sono morte."
"Sì, sorella, ma su due milioni e mezzo. Sono poche, purtroppo. Sono poche... Ne stronca di più l'influenza..."
Il dottore si risiede e ripiomba nel suo umor tetro, mugugnando. Suor Gigliola cerca di rincuorarlo.
"Ma Monsignor Sgreccia, che Dio ce lo conservi, ha detto che scomunicherà chi ne farà uso, dottore."
"E secondo te questo fermerà quelle senza Dio? Se ascoltassero i vescovi, queste femmine depravate, pensi che si ritroverebbero pregne?"
Suor Gigliola impallidisce. "Gesù, dottore... com'è quell'ultima parola che ha detto?"
"Vuol dire incinte..."
"Ah. Però il governo sta preparando le contromisure. L'hanno detto al tiggì. Pare che il ministro voglia mettere una specie di filtro, o di labirinto, per ridurre il più possibile le donne a cui somministrarla. Se ricordo bene, si parla di, aspetti..., ricovero obbligatorio, ("Altri soldi sprecati", commenta il dottore) superamento di un test psico-attitudinale, ("Figuriamoci!"), escludere le donne che non parlano bene l'italiano verificando se sanno capire che c'è scritto sul foglietto interno della confezione ("Questa è una furbata!"), quelle che abitano lontano da un ospedale ("Ottimo, le campagnole si arrangino."), chi non sopporta il dolore, le donne sole ("Giusto, chi le ha messe incinte, queste, eh?") e quelle senz'auto. ("Ovvio, se aspettano il mezzo pubblico abortiscono in strada!"). Mica male, no?"
Il dottor Buroni scuote il faccione, sconsolato.
"Sono palliativi. Ormai il danno grosso è fatto."
"Ma non resteremo passivi, ha detto il Vaticano. Con l'aiuto della Madonna, e anche un po' del governo, vedrà che questo abominio non passerà!"
Suo malgrado, il dottore si sente rinfrancato dalle parole fervide di suor Gigliola, e anche un po' dal caffè nero bollente.
"Ha ragione, sorella."declama l'ex-medico in un empito di fervore deontologico. "Ma dobbiamo agire tutti! Bisogna mobilitare l'opinione pubblica, risvegliare la coscienza del paese, ritornare alla morale naturale. Questa abnormità deve rivelarsi un boomerang per questi comunisti atei che si proclamano laici e adulti. Sferreremo un'offensiva senza precedenti alle fabbriche di angeli e alla pretesa delle donne di avere voce in capitolo sulla propria vita: e che, se la sono fatta da sole, la vita?"
"No! Gliel'ha data Nostro Signore."
"E apposta. Ma non mi interrompa, sorella: che dicevo?
"Della voce in capitolo..."
"Ecco: e vedrà che in pochi mesi abbatteremo anche il muro di quella legge genocida col numero 194, e le peccatrici che ancora vogliono abortire lo faranno a loro rischio e pericolo. Non è scritto pure nelle Bibbia, abortirai con dolore?"
"Quasi. Sì, il senso è quello. Ma ora si calmi dottore che se le si alza la pressione rischia un altro ictus." si raccomanda la suora con sincera sollecitudine
"Versami altro caffè e non rompere. Ah, a proposito, suor Gigliola, ho un dubbio: l'ipocrisia è peccato mortale?"
Suor Gigliola alza gli occhi al cielo. "Me l'ha già chiesto, dottore. Non lo è."
"Meno male: allora c'è speranza." mugugna lui.
"Sì. Sa, dottore, parlare con lei mi ha fatto bene. Scommetto che la Madonnina di Fatima non lacrima più."
"In caso, le asciughi gli occhi, sorella."
"Sia lodato Gesù Cristo."
"Sempre sia lodato. E mi sgombri la scrivania."
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02/09/2009
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