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Gli ex Margherita: «Per Mandozzi abbiamo speso tutte le nostre forze»

San Benedetto del Tronto | La corrente "ex Margherita" del Pd analizza l'esito del voto provinciale. Gionni accusa Donati di aver favorito Cenali? «Una falsità. Anzi, i numeri ci dicono che ad Ascoli Gionni ha fatto votare per Castelli».

di Marco Braccetti

(da sinistra) Capriotti, Cipolloni, Di Francesco, Menzietti

Riflettere con la testa e non con la pancia, ripensare un nuovo assetto del partito e rilanciare l'azione amministrativa. Si possono riassumere con questi tre "spot" le osservazioni che i componenti ex Margherita del Partito Democratico hanno compiuto, analizzando l'esito - per loro negativo - delle elezioni provinciali.

Nella mattinata di venerdì 26 giugno si sono ritrovati in conferenza stampa il vicesindaco Antimo Di Francesco, la presidente del Consiglio Comunale Giulietta Capriotti ed i Consiglieri Libero Cipolloni e Nazzareno Menzietti.

I "lettiani" - membri della corrente del Pd che a livello nazionale fa capo all'On. Enrico Letta e localmente all'assessore regionale Sandro Donati - non hanno digerito principalmente due uscite pubbliche di altrettanti dirigenti locali del partito. Il 24 giugno il Coordinatore Comunale Felice Gregori - commentando l'esito del voto dalle colonne del Corriere Adriatico - ha attaccato: «Di attori di spicco, che per questa campagna elettorale non hanno speso una parola, il Pd non sa cosa farsene e se ne possono andare anche domani mattina». Non serviva un politologo per capire che le frecciate erano rivolte verso l'assessore Donati e verso l'ex Sottosegretario Pietro Colonnella. Anche il segretario provinciale del Pd Mauro Gionni ha attaccato duramente Donati, accusandolo di aver fatto votare per Celani. Tutti rigettano al mittente l'accusa. Cipolloni fa di più e afferma: «Basta guardare i numeri, la verità è che ad Ascoli Gionni ha fatto votare per Castelli».

«Stanno emergendo analisi dettate più dall'emotività che dalla razionalità. - valuta il vicesindaco Di Francesco - Sono analisi distruttive più che costruttive. Noi a San Benedetto ci siamo spesi in prima persona, la nostra campagna elettorale è stata molto impegnativa: abbiamo fatto il porta a porta ed incontrato quotidianamente i cittadini. Il dato incontrovertibile è che si è perso perché il centrosinistra si è presentato spaccato e quando non c'è unità si perde».

Cipollini rivela che la "base" del centro sinistra era confusa e smarrita: "Come mai un vicepresidente si candida contro il presidente in carica con cui ha condiviso quasi 5 anni di Amministrazione?", era la domanda chiave che molti elettori rivolgevano ai big che andavano a chiedere i voti.

La presidente Capriotti ricorda i bei vecchi tempi, che dovrebbero essere d'insegnamento per il presente: «Nella DC dopo un'elezione si teneva la bocca cucita per una settimana. Non parlavamo con i giornalisti ma riflettevamo tra di noi e preparavamo un documento unitario».

Ora però non si può continuare a lungo a piangere sul latte versato. Di Francesco ne è consapevole: «A San Benedetto dobbiamo rilanciare l'azione amministrativa e raccogliere risultati importanti per la città e per il territorio. E' stato fatto tanto ed in diversi ambiti, ma dobbiamo fare di più». L'assessore al Bilancio stila la lista delle priorità: risolvere la questione dell'area Ballarin; realizzare il nuovo lungomare nord ed un nuovo grande parcheggio e riqualificare l'Albula.

Per Menzietti, Gionni e Gregori «farebbero bene a pensarci due volte prima di dire certe sciocchezze e di spargere veleno. L'assessore Donati e tutti noi abbiamo sostenuto Mandozzi con tutte le forze». Menzietti invita a spostare lo sguardo verso altri lidi ed a concentrarsi sul deludente risultato del Pd nella Vallata, il particolar modo ad Offida, dove la vittoria è arrivata con uno scarto davvero minimo e inaspettato. La conclusione dunque non può essere che una: «Gionni e Gregori farebbero bene a dimettersi perché, prendendo esempio dal calcio, quando una squadra non va salta l'allenatore».

Per il 2 luglio è prevista la riunione della Segreteria Provinciale del Pd e Menzietti suggerisce la ricetta delle "tre R": ripensare, rinnovare, ricostruire. Sulla carta sembra facile. Vedremo alla prova dei fatti.

26/06/2009





        
  



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