Non è vero che uniti si vince e divisi si perde
San Benedetto del Tronto | Vincere o perdere elezioni sia che siano per eleggere gli europarlamentari o il parlamento nazionale oppure le assemblee delle regioni e degli enti locali sono categorie obsolete.
di Felice Di Maro

L'ex Giunta della Provincia di Ascoli Piceno
Stiamo attraversando una delle peggiori crisi economiche che al di là delle ottimistiche previsioni una cosa è certa: peserà in modo drammatico sui più deboli e graverà con particolare drammaticità su quelle famiglie che anche se percepiscono stipendio o pensione ad esempio di 1400 euro per debiti vari contratti nei periodi trascorsi in cassa integrazione o mobilità vivono con 1100 euro dalle quali tolte le spese di affitto casa, bollette, quando va bene e non certo ogni giorno ma di sicuro per più giorni alla settimana fanno la spesa alimentare con 10 euro al giorno.
Sono famiglie invisibili alla politica e in particolare a quella della sinistra e del centrosinistra. Il centrodestra certamente è più sensibile ma a livello nazionale oltre la social card e quant'altro non è andato e non intende andare. Chiaramente non ha fatto nulla e non intende fare nulla.
I vari ministri non vengono coinvolti da queste problematiche e niente si fa per motivarli da parte dell'opposizione in parlamento.
Naturalmente, e per fortuna, a livello locale le cose stanno in modo diverso. L'ing. Piero Celani ha vinto le elezioni per la Provincia di Ascoli Piceno. Certo, grande è la gioia di vedere la sinistra e il centrosinistra del Piceno all'opposizione ed è anche la mia ovviamente.
Nel Piceno Si cambia. Finisce l'era degli amministratori arroganti e che credono di essere una via di mezzo tra un Padre Eterno e un Gesù Cristo.
Celani al ballottaggio del 21-22 giugno è stato eletto in tutto il Piceno con 45722 voti, 52,57% e Mandozzi con 41291, 47,43%. La differenza non è proprio notevole ma pesa in termini politici e sociali nel senso che la riunificazione tra sinistra e centrosinistra non solo è nelle possibili previsioni anche se non interessa a nessuno ma è nell'agenda dei big.
Le classi sociali degli operatori economici di riferimento sono comunque unite e dalla borghesia d'ordine prima o poi verrà fatto un accordo di unità e per continuare a gestire di certo alcuni business e non per altro.
La loro unità è necessaria e in modo particolare per fare in modo che le garanzie degli amministratori per i riti della borghesia d'ordine continuino ad esistere. I loro riti sono quel mix di operazioni culturali per il rilancio continuo del loro prestigio sociale che si coglie nei vari incontri conviviali, e naturalmente per i processi di economia: i business . Ma è dura anche per loro. La crisi in atto anche se marginalmente colpisce anche loro.
Abbiamo trascorso una campagna elettorale all'insegna di personalismi mai visti prima. Non si cerca più di mettere in evidenza le scelte negative dell'avversario, che poi capita che sono le proprie, ma si punta a presentare ragioni etiche che non interessano nessuno e parlo di Berlusconi naturalmente. Squallida è stata la campagna elettorale del centrosinistra nel Piceno. Mandozzi che non aveva nessun programma ha parlato solo di "Voto utile", che però non si è capito il perché se dato a lui sarebbe stato "utile" e se dato agli altri candidati "inutile".
Con il ballottaggio ha toccato il fondo: "Voto unito". Gli elettori del Piceno si sono veramente "uniti". Quando si chiede il "Voto unito" quanto meno si presenta un programma, cosa che Mandozzi non ha mai avuto. In consiglio provinciale farà il consigliere di opposizione. Vedremo, non cosa farà ma cosa dirà e nell'interesse di chi. Da un assessore al lavoro che ha amministrato per cinque anni ci si aspettava quanto meno una sponda di attracco in riferimento alla crisi che stiamo attraversando.
Ma il centrosinistra non ha perso perché la sinistra aveva un proprio candidato e liste autonome. Anche se la sinistra non aveva un programma, e in riferimento alla crisi in atto, ma aveva però obiettivi dichiarati che sono stati quasi tutti oscurati in quanto la loro campagna elettorale si è svolta (per libera scelta s'intende!) all'insegna del grido "Siamo tutti clandestini".
Certamente chi non si considera clandestino ma cittadino attivo ha fatto scelte diverse. Potevano certo stare insieme ma con quali obiettivi programmatici? Quindi, non è vero che uniti si vince e divisi si perde. Per vincere bisogna avere programmi e bisogna anche che chi ha amministrato per cinque anni abbia avuto un comportamento equilibrato e non aristocratico con i cittadini.
Che cosa è stata la Provincia di Ascoli per tanti cittadini del Piceno? Niente! La Provincia di Ascoli è stata una istituzione lontana dai cittadini. La sua presenza sul territorio è stata solo mediatica. Tutto si è svolto sull'effetto annuncio e sotto la politica? Niente.
Certo non sono mancate polemiche e a tutti i livelli. Ma il profilo dei vari assessori è stato veramente lontano da quello di un operatore che amministra e cerca di dialogare con i cittadini. Ognuno di loro credeva di essere una via di mezzo tra un Padre Eterno e un Gesù Cristo. Ovviamente lo stile è quello classico del centrosinistra e vale anche per la sinistra s'intende. Un esempio è quello del Sindaco e assessori di San Benedetto del Tronto.
Ora dopo il voto del ballottaggio del 21 e 22 giugno come cittadini del Piceno siamo di nuovo in gioco e grazie al nostro voto. Il voto è l'unico strumento che abbiamo e grazie alla nostra Costituzione che è nata dalla Resistenza contro nazisti e fascisti.
Per la nostra Costituzione non siamo clandestini ma cittadini attivi.
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26/06/2009
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