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Emidio Mandozzi analizza la sconfitta

Ascoli Piceno | Con un'articolata e interessante nota stampa il candidato alla presidenza della Provincia del centrosinistra battuto da Piero Celani analizza dettagliatamente numeri e "dati politici" dell'ultima tornata elettorale.

Emidio Mandozzi

Dal Consigliere Provinciale eletto Emidio Mandozzi riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

"L'abilità politica è l'abilità di prevedere quello che accadrà domani, la prossima settimana, il prossimo mese e l'anno prossimo. E di essere così abili, più tardi, da spiegare perché non è accaduto".

Questo aforisma di Winston Churchill ben si attaglia ad incipit di quello che mi preme possa essere un pensiero personale in grado di svelenire, almeno ora, il clima politico in seno al centrosinistra ed in particolare dentro al mio partito, il Pd.
Nell'affermare quindi, a scanso di equivoci, che la sconfitta è mia, perché ho perso le elezioni, vorrei però ripartire da questo assunto per cercare di trovare una sintesi da porre a base del nostro agire futuro, affinché possiamo essere in grado, il centrosinistra possa essere in grado di guardare avanti contando sulla forza dei progetti e delle idee che, seppur sconfitte in questo frangente, sono e rimangono valide, come dimostrato dall'ottimo consenso popolare suffragato dai tantissimi voti che abbiamo conseguito.

Un progetto nuovo per il Piceno, in nome del quale ci siamo spesi ed abbiamo chiesto la fiducia, e che ora sento responsabilmente di dover portare avanti, seppur dall'opposizione, in maniera costruttiva e con la forza delle nostre ragioni, che rimangono tali nonostante continuiamo a farci del male con dichiarazioni deleterie per il Pd e per il centrosinistra e che ritengo quanto meno inopportune in questo momento, anche se capisco benissimo lo stato d'animo di chi se ne rende protagonista.

E lo dice uno che è rimasto vittima di questo meccanismo perverso, visto che ad Ascoli il candidato del centrosinistra Canzian ha conseguito 14.273 voti mentre il sottoscritto "solo" 12.129, con contestuale considerevole aumento delle schede bianche e nulle: circa 1.800 contro le 500 o giù di lì del primo turno, numero considerato fisiologico nel contesto della data competizione elettorale. Ed allora, di cosa parliamo? I numeri sono un qualcosa di tangibile: dove si è remato contro, e contro chi? Forse su questo bisognerebbe che il Pd comunale di Ascoli intentasse una seria riflessione.

Io nei prossimi cinque anni non andrò al mare né a pesca, ma sarò presente in Consiglio Provinciale a rappresentare le ragioni di una politica veramente riformista, che ha dimostrato in questo nostro Piceno di essere maggioranza e di avere i numeri per governare anche senza la sinistra radicale (anche se pezzi di questa hanno dimostrato lungimiranza politica ed un attaccamento ai valori propri di un comune sentire che sono patrimonio del centrosinistra senza trattino, che sarebbe veramente un peccato non riuscire a raccogliere in forma aggregata e stabile), se solo si fosse riusciti a mettere da parte veleni, incomprensioni, vendette personali.

Oggi saremmo alla guida sia della Provincia che del Comune di Ascoli, se fossimo riusciti a mettere da parte deleteri personalismi, se fossimo riusciti ad aggregare intorno ad un progetto di rilancio del Piceno e della città di Ascoli, tutte le forze di centrosinistra con convinzione.

Convinzione che è mancata soprattutto a taluni uomini delle istituzioni, in particolare a livello regionale, che fanno capo al Partito Democratico, così come è mancata a qualche dirigente locale dello stesso partito, i quali hanno pensato più a posizionarsi in vista delle elezioni regionali del prossimo anno, che ad impegnarsi veramente per vincere queste amministrative.

Un partito, il Pd, chiamato a chiudere al più presto la "stagione delle litigiosità", per dirla con il segretario Franceschini, ed a guardare al futuro; un partito chiamato ora a rinserrare le fila, a riorganizzarsi ed a fare chiarezza, pur nel rispetto dei ruoli, al suo interno, condizione imprescindibile per rialzarsi al più presto, metabolizzando una sconfitta che è degli uomini e non delle idee, non di una politica che è e rimane valida.

Un Pd che deve essere in grado di aggregare ancor di più tutte le forze riformiste di questo nostro territorio, deve essere in grado di ripartire dal progetto che ha visto partecipe e protagonista tutto il centrosinistra piceno, per essere in grado in un prossimo futuro di rappresentare al meglio le esigenze ed i bisogni di tanti cittadini che ci hanno dato il proprio incondizionato appoggio.

Solo se saremo in grado di fare ciò, a prescindere dall'analisi del voto, che oltre a dover essere molto approfondita, presumo e auspico possa essere quanto più intellettualmente e moralmente onesta, il Pd sarà in grado di rappresentare al meglio la società picena.

Il risultato di queste elezioni provinciali, e lo dimostrano i numeri, ha sancito la sconfitta del Pd disunito più che la vittoria di Celani.

24/06/2009





        
  



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