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Antenne fuori Piano: illegali

Fermo | Prima assemblea pubblica del comitato 'No alle antenne' per fare il punto sul ripetitore posto accanto al depuratore di Lido di Fermo. Assenti gli esponenti dell'Amministrazione comunale, presente l'assessore provinciale all'Ambiente Marchetti.

di Francesca Pasquali

Un momento dell'assemblea pubblica

E’ già in funzione l’antenna di Lido di Fermo? Rimarrà nei pressi del depuratore ancora per un paio di mesi – come promesso dal Comune – o diventerà fissa? Le onde elettromagnetiche sono davvero nocive come qualcuno sostiene? Molti i dubbi e le perplessità tra il centinaio di persone intervenute alla prima assemblea pubblica indetta dal comitato ‘No alle antenne’ ieri sera nel centro sociale del quartiere.

Questi i fatti. A fine aprile nella zona del depuratore, su un terreno di proprietà del Comune e dietro compenso di 5.000 euro, è stata posizionata, senza avviso per i residenti, un’antenna di telefonia mobile. Alla preoccupazione dei cittadini, il Comune ha risposto parlando di una sistemazione temporanea (90 giorni, ndr). Gli abitanti non si fidano, si organizzano in un comitato e iniziano a mobilitarsi. “Che senso ha mettere un’antenna solo per tre mesi?”, si chiede una signora che abita a poca distanza dal sito. “Dicono che è temporanea solo per tenerci buoni, ma poi succederà come a Santa Caterina, dove da più di tre anni c’è un’antenna ‘temporanea’, le risponde qualcuno.

Prende la parola Piersante Iacopini, consigliere della Circoscrizione di Capodarco, che denuncia il mancato rispetto della legge da parte del Comune. “Questa installazione non è prevista nel Piano Antenne 2006 – afferma Iacopini, documenti alla mano – e già si parla di un’altra antenna da sistemare nella stessa area”.

Tutta colpa della Legge Gasparri, che impedisce alle Amministrazioni di rifiutare le richieste di installazione dei gestori. Totale anarchia, dunque? No, perché un decreto del 2003 (il 259, ndr) dà la possibilità agli enti locali di dotarsi di propri Piani di telefonia mobile, nei quali indicare i siti ritenuti adatti ad ospitare le antenne. Come identificare questi luoghi? Attraverso verifiche condotte da addetti ai lavori. “Era stata individuata una zona vicino all’autostrada – rumoreggiano i presenti – ma al gestore non è andata bene…”

A fare un pò di chiarezza interviene Alfio Turco, fisico ed amministratore delegato di una società che si occupa di rilevamenti e Piani territoriali di telefonia mobile per pubbliche amministrazioni. “Non sono qui per difendere la presenza dell’antenna – esordisce – ma vorrei evitare anche allarmismi”. La distanza da un ripetitore – sostiene Turco – non è necessariamente indice di maggiore sicurezza, ed ogni situazione va valutata singolarmente. Questo perché la propagazione delle onde elettromagnetiche dipende da altezza, potenza e puntamento delle antenne.

Porta degli esempi il fisico dell’università di Pisa per avvalorare la sua tesi: “Bisogna prestare attenzione alle antenne, ma anche a tutti gli elettrodomestici che usiamo ogni giorno. Lo sapete che il phon è l’oggetto che inquina di più in una casa?”, chiede.

Poi arriva al dunque: “Non conosco il vostro caso nello specifico, ma potrei studiarlo. Intanto posso dirvi che tutte le richieste approvate fuori dal Piano Antenne non sono lecite”. Parole magiche per chi ha ascoltato per quasi due ore un discorso non sempre comprensibile ai non addetti ai lavori. Ritemprato soprattutto il comitato che continuerà la raccolta di firme per rimuovere l'antenna e promette di non fermarsi qui.

25/04/2009





        
  



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