Idv: "Acqua: bene pubblico ed essenziale"
Fermo | Il Coordinamento provinciale del partito, l'Idv di Porto Sant'Elpidio e le forze del centrosinistra uniti nel chiedere la verifica di costituzionalità dell'articolo 23bis della legge di riforma dei servizi pubblici.

Dal coordinamento provinciale dell'Italia dei Valori riceviamo e pubblichiamo quanto segue:
Occorre attivarsi per confermare il principio che ‘l’acqua è un bene pubblico ed essenziale’ e come tale deve essere gestito. Per questo l’Idv di Porto Sant’Elpidio, insieme al Coordinamento Provinciale del Fermano e coinvolgendo anche le altre forze politiche della coalizione del Centro Sinistra, si impegna a lavorare per far inserire all’ordine del giorno dei prossimi Consigli Comunali delle città della provincia di Fermo il riconoscimento del diritto umano all’acqua e la conferma del principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato all’interno di ogni Statuto Comunale.
Tale iniziativa, partita da un’idea di Donatella Ruggeri, coordinatrice Idv di Porto Sant’Elpidio e responsabile femminile provinciale, verrà presa riconoscendo che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica in quanto servizio pubblico essenziale.
Inoltre il Coordinamento Provinciale dell’Idv del Fermano si attiverà per portare all’attenzione della Giunta e del Consiglio della regione Marche la necessità di presentare la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 23-bis della nuova Legge 133 del 2008, in quanto tale disposizione è ritenuta lesiva della sfera di competenza legislativa regionale e locale sancita dalla Costituzione.
Il 6 agosto 2008 è stata, infatti, approvata in Parlamento una Legge in cui è stato aggiunto, nel convertire il vecchio Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008, un articolo a dir poco vergognoso, che è passato del tutto inosservato agli occhi dei media e degli Italiani. La legge in questione, la n. 133/08 inerente il campo dello sviluppo economico e della competitività, prevede nell’articolo 23-bis la riforma dei servizi pubblici con disposizioni applicate indistintamente a tutti i servizi pubblici locali.
In pratica, con un semplice decreto legislativo è stata fatta la riforma di un settore che coinvolge aspetti di assoluta preminenza e rilevanza costituzionale senza tener conto dell’ordinamento comunitario, per il quale la concorrenza non è più l’obiettivo principale dell’Unione Europea, in quanto sostituito dal principio della coesione economico-sociale e territoriale.
Nel trattato di Lisbona viene inserita la differenza tra servizi di interesse economico-generale e servizi di interesse generale e la disciplina di questi ultimi è lasciata all’assoluta competenza degli stati membri. Lo Stato italiano non ha provveduto ad applicare questa distinzione e con questa legge vengono sottoposti tutti i servizi pubblici alle regole della concorrenza, negando di fatto il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità a tali servizi. Secondo le nuove disposizioni la concorrenza non può essere un principio ma una regola, e come tale può essere derogata.
Intanto il 22 gennaio scorso è iniziata anche la discussione parlamentare sulla proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal forum italiano dei movimenti per l’acqua relazionata dall’onorevole Scilipoti e dal nostro on. David Favia entrambi dell’Italia dei Valori.
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01/04/2009
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