Comincio a sentire mia la squadra
Fermo | A poco più di un mese dallesordio sulla panchina gialloblu, il tecnico De Amicis parla della sua formazione, del bomber Cazzella e della possibile rimonta sullAtletico Piceno.
di Walter Carelli
Giuseppe De Amicis, 41 anni
25 febbraio, Fermana-Urbisaglia al Recchioni. Alla guida dei canarini non c'è più Pierluigi Prete, dimessosi dopo il pari interno con il Corridonia. Giuseppe De Amicis fa il suo esordio con una vittoria roboante. Quattro a uno con tripletta di Maffei. Partita facile, debutto morbido, dicono in molti. Invece l'Urbisaglia, sicuramente la squadra nel destino del nuovo tecnico, nell'ultima giornata ha sconfitto nettamente l'Atletico Piceno riaprendo il campionato.
Mister, si è passati dallo scoramento dopo Castel Di Lama, all'euforia post Porto Potenza. Non crede che un problema di una piazza come Fermo sia proprio la mancanza di equilibrio?
C'è sempre bisogno di equilibrio. In campo, nell'atteggiamento tattico. Non voglio una squadra troppo sulla difensiva né ragazzi che attacchino alla garibaldina. Ma soprattutto l'equilibrio è necessario fuori. Gli umori dell'ambiente non possono dipendere dal risultato settimanale.
Dopo la gara vinta domenica al Recchioni in tanti si sono fatti la stessa domanda. Se contro l'Atletico Piceno avesse potuto giocare Cazzella oggi avremo questa classifica?
Questo è un ragionamento che lascio a giornalisti e tifosi. Un allenatore sa bene che nel calcio le controprove non esistono. Giampiero è un tipo scaltro, con il vizio del goal. Sotto porta sbaglia poco. Però due settimane prima a Trodica ha giocato e la partita è terminata ugualmente zero a zero.
Da un oltre un mese siede sulla panchina dei canarini. Comincia a sentire sua questa squadra?
E' una bella domanda. Comunque sì, comincio a sentirla mia. L'ho anche detto ai ragazzi. Nell'ultima partita ho notato più delle altre volte che i giocatori hanno applicato in campo il lavoro settimanale. Si vede che iniziano a percepire, ad ascoltare le correzioni e questa mi porta a dire che la squadra è pure mia. Rimane sempre una formazione che ho "trovato", quindi come i meriti, solo in parte potrà essere mia.
Si sta affidando al 4-4-1-1, che con le ali che spingono in fase offensiva diviene un 4-2-3-1. E' il modulo migliore per gli uomini che ha a disposizione oppure potranno esserci dei cambiamenti in futuro?
Diciamo che questo sarà il nostro modulo di gioco fino alla fine. Ci saranno degli accorgimenti tattici in base alle caratteristiche individuali di chi scende in campo. Ad esempio giocando con Recchia a destra che non ha le peculiarità di un esterno puro, spesso con il Porto Potenza ci trovavamo ad avere il doppio trequartista dietro alla punta. Fondamentalmente lo schieramento base rimarrà il 4-4-1-1, soprattutto perché non c'è il tempo di creare alternative. Si rischierebbe solo di provocare confusione nella testa dei giocatori.
Ora che si sono ravvivate le speranze per la promozione diretta, non crede che se la capolista non dovesse perdere altro terreno la Fermana possa arrivare scarica e delusa ai playoff?
Direi proprio di no. I ragazzi stanno bene fisicamente, anzi la condizione generale è in crescendo. Sarà compito mio, della società e dei calciatori stessi curare l'aspetto mentale per arrivare carichi all'eventuale appuntamento dei playoff. Da quando ho iniziato questa avventura ho sempre affermato che il primo posto non è l'unico modo per salire in Eccellenza. Oltretutto guardando la classifica bisogna preoccuparsi di difendere la seconda posizione, visto che il vantaggio sul Trodica è inferiore al ritardo dall'Atletico Piceno.
Nonostante la prudenza del tecnico, squadra, società e tifosi hanno ripreso a credere nella vittoria del campionato. Se tutto andrà come fortemente spera l'ambiente gialloblu, non ci si dovrà dimenticare di ringraziare l'Urbisaglia. La squadra nel destino di mister De Amicis.
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26/03/2009
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