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Fosse ardeatine: il valore della storia, il valore della memoria

Roma | Ieri, martedì 24 marzo, si è tenuta la cerimonia della commemorazione per il 65° anniversario dell'eccidio delle Forze Ardeatine. Tanti i politici che hanno commemorato l'evento.

di Roberta Capriotti

L'esecuzione di Via Rasella

"Riflettere sulla storia e sulle sue lezioni che sono sempre attuali e non possono dimenticarsi" dice il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, partecipando alla cerimonia della commemorazione per il 65° anniversario dell'eccidio delle Forze Ardeatine a Roma.
E' stata un'occasione per riflettere sul valore della storia e della memoria del passato: imparare ciò che ci hanno tramandato le generazioni che ci hanno preceduto ed evitare che gli errori del passato si ripetano.

Invitato ad esprimere un ricordo personale di quel tragico momento storico, Napolitano ha affermato: "In quel periodo io ero a Napoli e delle Fosse Ardeatine si seppe molto dopo, e solo successivamente alla liberazione. I cento bombardamenti a Napoli, quelli si', me li ricordo".

L'eccidio delle Fosse Ardeatine è stato uno degli episodi più dolorosi e spietati della persecuzione antiebraica e della dura resistenza contro l'occupazione nazista a Roma e in Italia.
Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco di Roma, Alemanno, il quale ha sottolineato la partecipazione di molti giovani attenti che ha colpito i parenti delle vittime; ha inoltre evidenziato che le fosse Ardeatine sono tra "i luoghi sacri di Roma, in cui è più forte il ricordo e il sentimento della memoria per quanto è accaduto e di attaccamento ai valori della tolleranza, della libertà e della democrazia".

Toccante la cerimonia con l'appello dei Martiri ardeatini: i nomi delle 335 vittime, di cui 12 rimaste ignote, risuonano per ricordare il loro sacrificio. Alla manifestazione hanno preso parte, oltre ai rappresentanti delle cariche istituzionali, anche il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni e il presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici. Il valore della memoria degli orrori del passato deve promuovere la formazione, in particolare nelle nuove generazioni e di noi tutti, di una coscienza democratica solida, e l'educazione ai valori della tolleranza, al rifiuto di ogni forma di totalitarismo, dittatura e intolleranza.

L'eccidio delle Fosse Ardeatine avvenne a Roma ad opera delle truppe di occupazione naziste il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia per l'attacco partigiano contro i tedeschi avvenuto il giorno prima in via Rasella. Per la sua efferatezza, l'alto numero delle vittime e per le tragiche circostanze è diventato l'evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell'occupazione.

Le Fosse Ardeatine erano antiche cave di pozzolana nei pressi della via Ardeatina e furono scelte come luogo dell'esecuzione e per occultare i cadaveri. L'ordine fu di uccidere 10 italiani per ogni tedesco ucciso. L'ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva all'attacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la "fretta" di completare il numero delle vittime e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in più nell'elenco ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro.

I tedeschi, dopo aver compiuto il massacro, infierendo sulle vittime, fecero esplodere numerose mine, per far crollare le cave ove si svolse il massacro e nascondere o meglio rendere più difficoltosa la scoperta di tale eccidio. L'esecuzione iniziò dopo sole 23 ore dall'attacco di Via Rasella, e venne resa pubblica ad esecuzione avvenuta.

25/03/2009





        
  



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