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Di Pietro show “democrazia a scartamento ridotto”

San Benedetto del Tronto | Un quadro poco incoraggiante quello delineato dall’On. Di Pietro di questa Italia un pò malata e surreale, in occasione della presentazione del suo ultimo libro "Il Guastafeste".

di Stefania Serino

(Foto: A. Cellini)

Da parte di chi osserva il leader dell'Italia dei Valori durante un suo intervento in pubblico, ciò che incuriosisce è innanzitutto il fenomeno Di Pietro, personaggio politico che riesce a prendere di petto i suoi elettori, o lettori, per colpa o per fortuna della sua dialettica politica poco raffinata ma che miscelata all'ironia e al sarcasmo attira la simpatie dei propri interlocutori.

E il sovraffollamento dell'auditorium comunale di San Benedetto ne è stata la prova tangibile poiché in occasione della presentazione del suo ultimo libro "Il Guastafeste" sabato 21 marzo, evento forse sottovalutato per dimensioni dall'amministrazione comunale, l'On. Di Pietro, sollecitato dalle domande del giornalista Patrizio Patrizi, ha dato il meglio di sé in un autentico show condotto sul filo dell'autobiografia narrata nel libro, ma attualizzato alla strettissima attualità politica, il tutto intervallato da spiegazioni in pura lingua "dipietrese", alternando momenti alti a lampi di ironia piuttosto coinvolgenti.

Ma questo infondo è Di Pietro, il guastafeste di un'Italia un po' malata e surreale dove politica e magistratura sono in eterno conflitto, problema scelto dallo stesso Di Pietro per introdurre il suo libro: "sono contento - dice - che parte della popolazione si interroga su questi temi anche se esiste un'altra parte che tenta di azzittire chi fa il suo dovere"

E' chiaro il riferimento al caso De Magistris rispetto al quale Di Pietro la prende però alla larga: "ho da poco letto un articolo apparso quest'oggi sul Corriere della Sera che solitamente poco si occupa dell'IDV. Si rendono edotti gli elettori che per aver potuto candidare De Magistris avremmo dovuto cambiare simbolo, inoltre è stato riportato un commento di Mastella il quale asserisce che io avrei offerto la candidatura a De Magistris poiché sarei stato io stesso a montare l'inchiesta "Why not"".

E Di Pietro fa presto a rispondere: "calugne, ma rimetto a voi cittadini la valutazione, tenendo presente che è stato proprio l'On. Mastella a fare cadere il Governo Prodi a causa di vicende sue familiari".

Rispetto al caso de Magistris, l'On. Di Pietro si sente comunque chiamato in causa per la sua memorabile inchiesta "Mani Pulite" rilevando similitudini ed elementi discordanti tra le due singole esperienze: "durante la mia inchiesta "Mani Pulite", si respirava la voglia di giustizia da parte dell'opinione pubblica, tuttavia quando fui io stesso messo sotto inchiesta scelsi la strada di farmi giudicare presso la Procura di Brescia, risultando poi assolto. De Magistris, come me ha lavorato ad un'inchiesta, giusta o sbagliata che fosse ma è stato bloccato. La Magistratura si è spaccata e il cittadino a questo punto pensa sia una guerra tra bande".

Ma la politica gioca in tutto questo giocherebbe un ruolo primario secondo Di Pietro che accusa: "PM come De Magistris si occupano di molte inchieste quotidianamente, il fatto è che quando si và a toccare la fascia alta, il sistema reagisce. Il problema poi è che non ci si difende nel processo ma dal processo".

E poi c'è la crisi che Di Pietro commenta attraverso una serrata critica alle misure messe in campo dal Governo Berlusconi a partire dallo Stretto di Messina al Piano Casa: "Berlusconi vuol far credere che dispone delle risorse per realizzare il ponte sullo stretto ... Non è vero! Il precedente Governo Prodi stanziò dei fondi da destinare per opere di strettissima necessità come l'interporto di Palermo, le strade provinciali, opere urbanistiche nella Provincia di Reggio Calabria, mentre l'attuale Governo si è avvalso di quei fondi per intraprendere la realizzazione del ponte sullo Stretto che non rappresenta la priorità del paese considerando che unirà il nulla al nulla, come costruire una cattedrale nel deserto!"

E qui si scatena l'estro dipietrese: "se un uomo non c'ha i soldi per mangiare non si và a comprare il vestito nuovo, insomma se io sono in crisi penso a fare la formica e poi la cicala!" Un errore dunque secondo il leader dell'IDV spendere 5 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina poiché opera non di imminente necessità.

Sul Piano casa piovono critiche a tutto spiano: "550 milioni di euro che il Governo ha stanziato per rilanciare l'edilizia, wow.. ma che bella cosa penserete ... Non è vero! Il precedente Governo stanziò 548 milioni di euro con il varo della L. 9 dell'8/2/07, destinati alle singole regioni. In questa distribuzione indicammo che i comuni dovevano destinarli per il patrimonio abitativo pubblico che oggi rappresenta il vero problema".

Critiche anche sul piano infrastrutturale del Governo Berlusconi: "faremo il 3° valico, hanno detto, che bella cosa penserete tutti..., ma che cos'è il 3° valico? Voi lo sapete? Ve lo dico io: è un tunnel che collega Genova ad Alessandria. Ma come potranno realizzare quest'opera senza considerare il Porto di Genova e senza capire dove e come sarà realizzata la Torino Lione? È una stupidaggine mostruosa!"
Il nodo da sciogliere secondo Di Pietro resta l'occupazione: "il Parlamento non ha discusso un solo provvedimento sul problema occupazionale mentre alcun problema emerge per approvare ad esempio il Lodo Alfano che dopo aver consentito a Berlusconi di liberarsi della causa "Mills", udite udite, sarà presto esteso presto anche ai singoli Ministri".

Un quadro poco incoraggiante quello delineato dall'On. Di Pietro di questa Italia un pò malata e surreale dove a suo giudizio: "viviamo in una democrazia a scartamento ridotto".

23/03/2009





        
  



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