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Minori sottoposti a procedimento penale, reinseriti nella società

Ancona | Dati positivi per la Regione Marche a un anno di distanza dall'avvio ufficiale della sperimentazione del Centro per la mediazione penale minorile.

Cominciano ad avvertirsi anche nelle Marche i primi benefici effetti del ricorso all'istituto della mediazione nel favorire il recupero e il reinserimento sociale dei minori sottoposti a procedimento penale. A poco più di un anno di distanza dall'avvio ufficiale della sperimentazione del Centro per la mediazione penale minorile nelle Marche, su un totale di 46 richieste da parte del Tribunale per i minorenni, 17 si sono concluse con l'invio dell'esito all'autorità giudiziaria, 5 sono in fase di esecuzione, 24 saranno esaminati entro il 2009;tra i risultati positivi da segnalare 4 casi di remissione della querela e un caso di manifestazione della volontà di remissione.

Dati incoraggianti, che confermano - è stato concordemente ribadito al convegno sulla mediazione penale minorile svoltosi oggi ad Ancona presso la sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università Politecnica delle Marche - come l'istituto della mediazione, anche se introdotto con ritardo nella legislazione italiana e nei servizi sociali e quindi ancora poco conosciuto, è, oltre che un utile strumento giuridico da utilizzare prima o durante il processo penale, anche un procedimento di rilevanza sociale ed educativa che Regioni ed enti locali possono utilizzare per favorire il riavvicinamento tra gli autori e le vittime del reato, con cessazione del conflitto e positivi effetti sul piano relazionale e personale.

Al convegno, promosso dalla Regione Marche - Servizio politiche sociali - in collaborazione con il Tribunale per i minorenni, il Centro di giustizia minorile, il Dipartimento di Scienze sociali "Serrani"e l'Università Politecnica delle Marche, si è discusso in particolare dell'esperienza della Regione Marche, tra le prime in Italia ad affrontare le problematiche dei minori con il varo delle legge n. 46/95 sulla promozione e sul coordinamento delle politiche giovanili, l'istituzione nel 2002 della figura del garante per l'infanzia e per l'adolescenza e, più recentemente, con la promulgazione della legge regionale n. 28 del 13 ottobre 2008 sugli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti giudiziari che, all'art.16, istituisce il Centro per la mediazione penale minorile.

E proprio questa struttura, nella quale prestano la loro opera 12 volontari specializzati in diverse discipline, svolge attività di mediazione in ambito sociale, familiare e penale, offrendo anche servizi di supporto psicologico, consulenza legale e spazi di comunicazione per aiutare le persone a gestire il disagio e la sofferenza derivanti da situazioni conflittuali.
L'esperienza dimostra, è stato sottolineato nel convegno al quale hanno partecipato numerosi amministratori, operatori dei servizi sociali e studiosi del settore, che la mediazione penale minorile è stata attivata per diversi tipi di reato, compresi quelli di particolare gravità, ma i reati più frequenti sono contro la persona: lesioni, danneggiamento, ingiuria, rapina,furto e minacce.

Tra i problemi da affrontare l'assenza di una legge quadro, il difficile rapporto tra il mondo della giustizia e il sistema dei servizi sociali, la formazione degli operatori, la difficoltà di superare vincoli settoriali e la scarsità di finanziamenti. Ma l'attività dei Centri di mediazione resta fondamentale - è stato ribadito in conclusione dei lavori - nell'offrire, di fronte ad una giustizia incapace di dare risposte soddisfacenti in tempi brevi, nuove opportunità nella soluzione di conflitti che quasi sempre insorgono all'interno della famiglia e delle contraddizioni sociali.

23/01/2009





        
  



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