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Messa in sicurezza del Paese alto, parla il sindaco

San Benedetto del Tronto | «Riteniamo sia merito di questa amministrazione aver ottenuto i primi fondi non in maniera sporadica ed episodica. Sul Paese alto non molliamo, ma dimostriamo una concretezza fin qui inedita su questo problema».

Giovanni Gaspari

«Gli ulteriori studi commissionati dal Comune di San Benedetto per un importo di 20 mila euro, utili a completare il quadro sulla reale situazione di grotte e cunicoli al Paese alto, non sono stati decisi per una valutazione del Comune stesso, ma su specifica richiesta del ministero dell'Ambiente, il quale, da parte sua, ha erogato 30 milioni di euro alla Regione Marche nel 2007, e soltanto 10 milioni nel 2008, per interventi in cui rientra anche il nostro». Così il sindaco Giovanni Gaspari, all'inizio di una serie di precisazioni sulla pratica "messa in sicurezza del Paese alto".

Prosegue il sindaco: «I circa 100 mila euro stanziati complessivamente dal Comune, comprendenti i 20 mila di cui sopra, includono anche la progettazione e l'esecuzione dei primi lavori, ciò che segna un momento storico per il Paese alto. È vero infatti che dal '98 questo problema è "sul tavolo" dell'Amministrazione comunale di San Benedetto, ma nessun amministratore, fin qui, aveva trovato il canale giusto per finanziare i lavori stessi. Noi non siamo ricorsi a mutui, ma grazie ad una intuizione dell'assessore all'Ambiente Canducci, che ha pensato di inserire il Paese alto nel Piano di Assetto Idrogeologico regionale, abbiamo ottenuto fondi esterni per 764 mila euro, e contiamo di ottenerne degli altri».

«La domanda presentata nel 2008 non è stata accolta per due motivi», conclude il primo cittadino, «il primo è legato ai tempi stretti tra la risposta del ministero che concedeva i primi fondi ma ci chiedeva al tempo stesso ulteriori studi, e il termine entro il quale la domanda andava presentata, ovvero il mese di marzo. Il secondo motivo è che comunque il nostro Paese alto è stato classificato dalla Regione Marche come R3 e non R4: intervento necessario ma non urgente. La nostra pratica passa così al 2009. Riteniamo sia merito di questa amministrazione aver ottenuto i primi fondi non in maniera sporadica ed episodica, ma all'interno di uno studio e poi di una progettazione organici, all'interno di un piano articolato nel tempo, tant'è vero che rispetto al prossimo termine di marzo 2009 siamo fiduciosi di avere un margine sufficiente per produrre gli studi richiesti dal ministero dell'Ambiente. Sul Paese alto non molliamo, ma dimostriamo una concretezza fin qui inedita su questo problema».

03/12/2008





        
  



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