Eluana Englaro, la millenaria lotta per il possesso dell'anima e del corpo
San Benedetto del Tronto | Dopo sedici anni di arbitraria e, soprattutto, non voluta tortura, Eluana è libera di andarsene da questa valle di lacrime.
di Lucilio Santoni
Dopo sedici anni di arbitraria e, soprattutto, non voluta tortura, Eluana è libera di andarsene da questa valle di lacrime. Ma allora perché tanto accanimento da parte della chiesa ufficiale e della destra (che, come sappiamo, sono particolarmente alleate durante i regimi autoritari)?
La logica e il buon senso comune vorrebbero che si usassero parole, se non proprio fatti, contro le quotidiane stragi di mafia o sulle strade o sul lavoro e così via. Invece niente, c’è solo un terrificante accanimento contro una sentenza della Suprema Corte che concede ad un corpo martoriato di morire in pace e contro un padre che non tollera più torture nei confronti della figlia. Credo che molti si siano fatti tale domanda: perché accade tutto ciò?
La risposta è piuttosto semplice, ma forse vale la pena di ricordarla; e si può riassumere in una frase lapidaria: chi amministra la morte, in fondo, amministra il potere. Questo la chiesa lo sa benissimo. Lo sa da duemila anni. E lo sanno coloro che alla chiesa si alleano per amministrare il potere.
Così come lo sanno tutte le chiese di tutte le religioni, siano esse rivelate che terrene. Chi gestisce la morte, cioè chi toglie la morte, la cancella, in vista di una salvezza ultraterrena, come nel caso del cristianesimo o dell’islamismo, oppure in vista di un mondo migliore, come era nel caso del comunismo, chi gestisce la morte, dicevamo, governa le anime, sottomette i corpi in una illusoria promessa di speranza infinita, che però è più forte di qualsiasi ragione e di qualsiasi filosofia.
Nella battaglia intorno alla morte di Eluana non sono in discussione questioni semplicemente etiche, bensì è in gioco il selvaggio e brutale governo delle anime, strettamente imparentato con la spietata amministrazione, attraverso il controllo dei corpi, del potere politico, economico e sociale.
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20/11/2008
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Betto Liberati