La "PAROLA" torna agli elettori
San Benedetto del Tronto | Nessun altro interesse, pure in un momento di crisi grave del nostro paese, è stato in grado di suscitare la momentanea messa in secondo piano degli interessi di parte.
di Maria Teresa Rosini

Si andrà quindi alle urne con una legge elettorale da tutti definita pessima, sulla quale è stato avanzato anche un dubbio di costituzionalità, ma atta a favorire la presentazione di liste di esclusiva competenza delle direzioni dei partiti (contro le intenzioni dei firmatari del referendum); che non prevede nessuno sbarramento per i micropartiti che, pur essendo numericamente insignificanti, potranno condizionare le decisioni del governo che non si confarranno ai loro interessi; con un Senato di nuovo "a rischio", perché eletto con gli stessi meccanismi che hanno trasformato questa ultima breve legislatura in un calvario per i governanti, sempre a caccia dei voti incerti per varare leggi e riforme che pure sarebbero state indispensabili per il bene comune, e per i governati, sempre preda del dubbio sull'esito delle stesse e del governo.
Resteranno sospesi e forse andranno perduti, tutti i provvedimenti urgenti che erano in procinto di essere varati per le famiglie, per i lavoratori, per le categorie più deboli.
Sembra che tutto il ventaglio delle possibilità che ora si daranno, siano state prese in esame e che i partiti che più hanno da guadagnare elettoralmente (stando ai sondaggi), si siano organizzati per rispondere a ciascuna possibilità come risulti più conveniente per la loro "parte", tradendo principi, intenti e convinzioni da taluni espresse solo qualche settimana fa con sicurezza.
Quale parola allora possono avere oggi gli elettori?
Quale potere di mandare all'aria questi piani e cercare di esercitare, nonostante tutto, un minimo di influenza su decisioni che coinvolgono il nostro già precario futuro e che ci sono state da troppo tempo completamente scippate?
E' indispensabile, nella grave situazione in cui il paese si trova, non andare al voto come si va a primavera a fare una scampagnata, non votare tirando in aria la monetina perché "tanto l'uno vale l'altro" e "sono tutti ladri", non votare solo per "partito preso", non abbandonarsi ai suggerimenti di amici e conoscenti, ma sforzarsi di usare tutte le proprie capacità per andare a guardare i fatti e non cedere alle impressioni, per rappresentarsi in qualche modo gli interessi e i problemi del paese senza lasciarsi andare ad ondate emotivo-mediatiche da paese dei balocchi: il rischio è di svegliarsi, il giorno dopo, come Pinocchio, con le orecchie e la coda di un asino.
E allora proviamo a sparigliare le carte e i sondaggi della "casta", a fare del nostro voto (ma diamolo questo voto e non sprechiamolo) possibilità di cambiamento reale e non solito inutile cerimoniale domenicale.
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07/02/2008
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