Pesca a rischio: i marinai sambenedettesi sul piede di guerra
San Benedetto del Tronto | "Ci tolgono la nostra vita e sostentamento" gli appelli accorati, dopo la decisione che sposterebbe la linea di demarcazione dalle attuali 13 miglia alle 40 miglia dalla costa croata per pescare.
di Adamo Campanelli

E' delle scorse settimane la notizia che l'attività di pesca nel mare Adriatico sarebbe a rischio. Le cause sarebbero imputatate a un partito in Croazia che ha presentato una proposta di legge per allargare la linea di delimitazione delle acque nazionali dalle 15 miglia attuali a 40 dalla costa, dividento a metà l'Adriatico, impedendo così ai pescherecci italiani di accedere in un tratto di mare molto ricco di pesce.
Si sta cercando di porre in essere una provocazione nei confronti dell'Italia grazie a gruppi di pressione che, attraverso il Presidente della Sezione Pesca Miro Kucic, vorrebbero far decretare al Governo centrale croato la creazione di una zona ittico-ecologica tanto ampia da impedire alla flottiglia peschereccia italiana di solcare il mare nelle zone più ricche di fauna dell'Adriatico.
Non è passata inosservata questa possibilità ai pescatori sambenedettesi, che in tal caso sono disposti a difendere con le unghie e con i denti il "proprio" mare.
"Non possono toglierci il lavoro e l'unica fonte di sostentamento"- affermano in coro al porto di San Benedetto.
Ma i pescatori sambenedettesi non sono rimasti con le mani in mano, infatti nelle scorse settimane hanno chiesto chiarimenti alla Regione Marche, tramite l'assessore regionale Paolo Petrini e alla provincia di Ascoli Piceno, con quello provinciale Avelio Marini, sull'andamento del negoziato, ed attivarsi ad elaborare soluzioni possibili per lo sfruttamento congiunto della risorsa ittica, nella zona in questione e nell'Adriatico in generale.
"Già siamo duramente colpiti dal caro-gasolio - continuano- in più dobbiamo vederci usurpare quello che per tanti anni è stato nostro".
Inutile parlare con i pescatori, di divisione equa, di un mare, quello Adriatico, che in realtà è di tutti in parti uguali. "Del resto- concludono- per noi è come un "usocapione", ci abbiamo lavorato nel tempo e non ce lo faremo portare via".
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02/02/2008
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