Spesso i cronisti vengono incensati e quelli assai incensati si autoincensano alimentando un circolo vizioso in cui si perdono di vista le dimensioni di un evento, di una notizia, di un fatto.

Certo è che se il fatto in questione è la minaccia di genocidio il cronista, almeno in virtù dell'aura da guru creatasi attorno alla sua camicia Oxford, dovrebbe evitare frasi fuori luogo e, ove possibile, estraniarsi dalla pericolosa figura di ricco turista italiano in vacanza.

Questa prassi però non è stata rispettata dal direttore di Rai Educational (chapeau) Giovanni Minoli: mentre in Kenya gli scontri e le violenze hanno causato almeno 400 vittime in un clima di stallo politico in cui è sempre alta l'emergenza umanitaria (gli sfollati ormai saranno più di 250.000) l'Italia apprende e commenta la notizia attraverso alcuni VIP frequentatori abituali delle spiagge di Malindi.

Mentre il presidente Kibaki prova a salvare capra e cavoli aprendosi al governo di unità nazionale ( incontrando il secco no dell'opposizione di Odinga ) alcuni rotocalchi come Studio Aperto si collegano con Bobo Craxi che spreca tre minuti di collegamento, magari a spese della Farnesina, per dirci che conta di rientrare in Italia per il 3 gennaio e che la sua famiglia sta bene ( ho ascoltato la rivelazione il 1 gennaio nell'edizione di pranzo, confidavo in allucinazioni da Capodanno alcolico ma purtroppo la confidenza mediatica era reale).

E intanto i giornali ci informano che si teme per la casa della Melandri, la ministra che si vergognava di dire che ballava con Briatore nelle feste keniote e che davanti agli scatti che la inchiodavano argomentava d'esser vittima di qualche aver antico rito swahili.

Il Corriere della Sera invece contatta la craxiana giornalista di Panorama Stella Pende in Marco Tardelli che seccata confessa "sono venuta qui per riposarmi un po' e ora, invece, mi toccherà scrivere qualche reportage".

I quotidiani in generale poi tirano un sospiro di sollievo e confermano che Briatore fortunatamente era alle Maldive ma che i suoi ospiti nella SPA hanno bruscamente interrotto i massaggi shiatsu.

E poi c'è lui, Mister Mixer, ostaggio del caos che finisce sui quotidiani con un corollario di profonde lodi al paese: il Kenya è meraviglioso perché la gente è ospitale, le aragoste te le vendono a 2 euro l'una, le vongole vanno 50 centesimi l'etto e una settimana prima lì con loro c'era pure Naomi con altre due strappone.

Che nello stato ci sia stata alta tensione fra ODM e PNU, i due grandi partiti nazionali, è un dettaglio: chi poteva trovare il tempo di informarsi mentre era intento a mettere bermuda e havaianas in valigia? L'importante in fin dei conti è partire e magari, quando ci si trova nello scontro, raccontare alle famiglie italiane che cenano con lo zampone in offerta dell'Eurospin quanto sia speciale un capodanno esotico in Africa.

Non è che lo spirito del Natale appena trascorso o che l'anno nuovo appena iniziato ci trasformi in Robin Hood giustizieri ed invidiosi, ma risulta davvero stridente, forzato per non dire cafone e provinciale raccontare la magia della vacanze quando a pochi chilometri di distanza da te hanno incendiato Chiese piene di gente viva.

"La cosa peggiore è che facevano a pezzi le persone e poi gli davano fuoco", ha dichiarato Karanja, 37 anni, sopravvissuto alla strage della Chiesa di Eldoret: parole feroci che nel nostro paese soccombono ai consigli alimentari e di life-style partoriti dai soliti cronisti e politici dell'Italia da cine-panettone.