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Dal tribunale alla spiaggia

San Benedetto del Tronto | Una sentenza interessante ed incoraggiante riconosce ai portatori di handicap il diritto alla vita di relazione anche in spiaggia, al di là degli ostacoli burocratici spesso immotivati.

Le persone con disabilità e i loro familiari ricorrono ancora troppo poco al giudice (ordinario, di pace, o amministrativo che sia). È vero che le sentenze di questi giudici non costituiscono precedenti, ma servono sicuramente a creare una tendenza, ad essere di riferimento, oltre ad assumere un valore anche politico al di là del caso in sé. Ogni tanto qualcuno dal giudice ci va e ne escono sentenze o ordinanze interessanti e ben articolate come quella pronunciata, nel giugno scorso, dal giudice Lorenzo Falco del Tribunale di San Benedetto del Tronto.

I fatti

Le circostanze che hanno spinto la famiglia di un minore disabile a rivolgersi al giudice sono simili a moltissime altre situazioni: viene richiesto un ausilio specifico, particolare, la cui fornitura non viene autorizzata dalla Azienda Usl di residenza con le motivazioni più disparate (se non addirittura con un silenzio rigetto). La famiglia in questione presenta all'Azienda Usl di San Benedetto del Tronto una prescrizione redatta da un medico specialista che richiede, in modo motivato, la fornitura di una carrozzina da spiaggia, quella - per intendersi - leggera e dotata di ruote maggiorate che consentano il transito sulla sabbia, sul bagnasciuga fino a raggiungere l'acqua. L'ausilio, oltre ad assolvere alla sua più tipica funzione di compensare gli impedimenti fisici di chi lo usa, ha lo scopo di contribuire alla vita di relazione tipica di un luogo di mare e allo svolgimento di attività motoria in acqua.

Prodotto non previsto

La fornitura degli ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale è disciplinata da una norma specifica (il Decreto Ministeriale 332/1999). Le disposizioni prevedono che possano essere erogati i prodotti elencati in uno specifico nomenclatore, allegato al decreto stesso. Nel caso intenda prescrivere un prodotto non contemplato, il medico specialista deve indicare la riconducibilità di questo ausilio ad uno previsto nell'elenco. Per essere riconducibile il prodotto deve assicurare le medesime funzioni. Nel caso di San Benedetto del Tronto, il medico prescrittore indica la riconducibilità della carrozzina da spiaggia (non prevista dal decreto) alla carrozzina leggera (prevista dal decreto). Inoltre si invoca un'altra disposizione contenuta nello stesso Decreto 332/1999 (art. 1, comma 6): nel caso di disabilità gravissime le Aziende Usl possono erogare ausili non previsti né riconducibili.

La risposta dell'Azienda

Presso l'Azienda Usl 12 di San Benedetto del Tronto, la funzione di autorizzazione alla fornitura degli ausili è affidata al servizio di Medicina Legale che pertanto esamina la prescrizione. Il responsabile della Medicina Legale rigetta la richiesta motivando semplicemente che la Regione Marche ha disposto che "la fornitura di ausili non inclusi ed extratariffario deve avvenire senza oneri aggiuntivi a carico del Servizio Sanitario Nazionale" (il che significa che o se li paga il cittadino o, ipotesi dell'irrealtà, li paga l'Azienda con le proprie disponibilità di bilancio). Nel rigetto non si fa cenno né alla riconducibilità del prodotto, né alla fornitura extratariffario nei casi di disabilità gravissime. L'Unità Valutativa della stessa Azienda, chiamata in causa, non fa altro che confermare la decisione della Medicina Legale, senza portare alcuna motivazione di merito.

Dal giudice

Queste modalità "decisionali" sono quelle più duramente censurate dal giudice Falco di San Benedetto del Tronto. La famiglia, infatti, dopo il rigetto scritto dell'Azienda Usl, vi si rivolge richiedendo la fornitura della carrozzina. Il giudice constata come l'Azienda Usl non sia stata in grado di contestare la riconducibilità e afferma che ricorrono appieno i presupposti per l'applicazione dell'articolo 1, comma 6 del Decreto 332/1999: alle persone con disabilità gravissima vanno comunque garantiti gli ausili anche se non sono previsti dall'elenco né riconducibili. Pesa nella motivazione, inoltre, lo stato di salute della madre, non più in grado, se non a ulteriore scapito della propria salute, di portare "di peso" il figlio disabile in acqua, data una lesione accertata alla colonna vertebrale.

Ultimo ma non ultimo: il giudice rileva una violazione dei diritti fondamentali di ogni individuo alla vita di relazione. La sentenza è, quindi, prevedibile: l'Azienda Usl viene obbligata a fornire la carrozzina richiesta oltre al pagamento delle spese processuali. Una spiaggia più che meritata per quella famiglia a cui vanno i nostri complimenti per la determinazione dimostrata.

08/01/2008





        
  



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