Parliamoci chiaro, la mozione presentata da AN affinché vengano revocate le deleghe dell'assessore alla sanità Loredana Emili non otterrà la maggioranza dei voti in consiglio comunale. Per una questione di maggioranze, non per altre più nobili ragioni. Del resto chi sta in consiglio comunale e fa parte di una maggioranza, non può esimersi in occasioni come queste dall'essere poco onesto intellettualmente.

Ma per chi è svincolato da certi legami come non ritenere anomalo il doppio incarico coperto dalla Emili come assessore alla sanità e dipendente con funzioni tecnico-organizzative della Asur?

Come non considerare la ratio dell'art. 78 comma 1 del TUEL laddove si dice che "il comportamento degli amministratori, nell'esercizio delle proprie funzioni, deve essere improntato all'imparzialità e al principio di buona amministrazione, nel pieno rispetto tra le funzioni, competenze e responsabilità degli amministratori di cui all'art. 77 comma 2 (assessori) e quelle dei dirigenti delle rispettive amministrazioni"?

Il legame tra i due ruoli, documentato anche da una affettuosa fotografia della Emili col coordinatore di Area Vasta Petrone, non può garantire quella imparzialità o, se vogliamo adattarci ai nuovi linguaggi della politica Storaciana e Grilliana, non concede quella incazzatura e quel vaffanculismo di cui pure ci sarebbe bisogno per rivendicare il ruolo di San Benedetto negli scenari della politica sanitaria regionale.

Che la Emili si difenda enunciando il risultato di una nuova ludoteca a San Benedetto è assai poco rispetto all'entità di un problema come quello della sua incompatibilità che, ad essere sinceri, fa storcere il naso anche a qualche suo collega della maggioranza.

Nessuno, in tutta onestà, potrebbe sostenere che lei sia la persona giusta al posto giusto. E allora che il Sindaco faccia la sua parte e dia un segnale forte per dimostrare che la nostra città, senza condizionamenti, rivendica un ruolo da protagonista nel dibattito in corso sulla Sanità.